Giappone: allarme per le donne incinte esposte alle radiazioni di Fukushima
Superata la fase della prima emergenza, il Giappone affronta le possibili conseguenze
sulla salute umana che potrebbero essere causate dal recente disastro di Fukushima.
Particolare attenzione è dedicata alle donne in fascia di età riproduttiva, le quali
corrono gravi rischi per il loro organismo e lo stesso sistema riproduttivo. A tal
proposito l’agenzia Fides cita alcune ricerche da cui risulta che l'esposizione femminile
alle radiazioni può danneggiare la futura capacità di avere figli e causare invecchiamento
precoce. Secondo il Centro americano per il Controllo delle Malattie, l’esposizione
delle donne incinte alle radiazioni anche a basso livello, causa gravi conseguenze
sui feti non ancora nati, come ritardo nella crescita, malformazioni, funzione cerebrale
anormale, o cancro, che possono svilupparsi anche in seguito. Nessuno meglio delle
donne russe sopravvissute all’olocausto nucleare di Chernobyl può capire questa tragica
realtà. La quantità di radiazioni rilasciate allora nell’atmosfera è paragonabile
a 500 (200 secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità) bombe atomiche sganciate
su Hiroshima e Nagasaki nel 1946. In questi 20 anni dopo Chernobyl, sono morte circa
200 mila persone. Le donne che vivono nelle aree più contaminate di Ucraina e Bielorussia
erano affette da disturbi cromosomici, leucemie, traumi psicologici, depressione e
difetti congeniti nei loro figli. Il cancro alla tiroide e al seno sono tra le patologie
che hanno colpito prevalentemente le abitanti di queste zone. Alla luce di questi
rischi il governo giapponese e le agenzie internazionali devono prendere urgenti provvedimenti.
Ne’ l’Oms ne’ l’International Atomic Energy Association, le due organizzazioni internazionali
che controllano rispettivamente la salute e la sicurezza nucleare, hanno fornito informazioni
sugli effetti delle esposizioni dell’organismo delle donne alle radiazioni. Il governo
giapponese è chiamato ad impegnarsi ad affrontare la situazione incoraggiando le donne
a sottoporsi a controlli medici specifici e a fornire loro risorse e strategie per
ridurre l’esposizione alle radiazioni, evitare cibi locali, compresi lattuga, latte,
bacche e funghi. Le donne in stato di gravidanza, in particolare al primo e secondo
trimestre, devono prestare particolare attenzione a quello che consumano, dato che
le radiazioni passano attraverso il cordone ombelicale. (M.G.)