2011-04-29 16:23:32

Giappone: allarme per le donne incinte esposte alle radiazioni di Fukushima


Superata la fase della prima emergenza, il Giappone affronta le possibili conseguenze sulla salute umana che potrebbero essere causate dal recente disastro di Fukushima. Particolare attenzione è dedicata alle donne in fascia di età riproduttiva, le quali corrono gravi rischi per il loro organismo e lo stesso sistema riproduttivo. A tal proposito l’agenzia Fides cita alcune ricerche da cui risulta che l'esposizione femminile alle radiazioni può danneggiare la futura capacità di avere figli e causare invecchiamento precoce. Secondo il Centro americano per il Controllo delle Malattie, l’esposizione delle donne incinte alle radiazioni anche a basso livello, causa gravi conseguenze sui feti non ancora nati, come ritardo nella crescita, malformazioni, funzione cerebrale anormale, o cancro, che possono svilupparsi anche in seguito. Nessuno meglio delle donne russe sopravvissute all’olocausto nucleare di Chernobyl può capire questa tragica realtà. La quantità di radiazioni rilasciate allora nell’atmosfera è paragonabile a 500 (200 secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità) bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki nel 1946. In questi 20 anni dopo Chernobyl, sono morte circa 200 mila persone. Le donne che vivono nelle aree più contaminate di Ucraina e Bielorussia erano affette da disturbi cromosomici, leucemie, traumi psicologici, depressione e difetti congeniti nei loro figli. Il cancro alla tiroide e al seno sono tra le patologie che hanno colpito prevalentemente le abitanti di queste zone. Alla luce di questi rischi il governo giapponese e le agenzie internazionali devono prendere urgenti provvedimenti. Ne’ l’Oms ne’ l’International Atomic Energy Association, le due organizzazioni internazionali che controllano rispettivamente la salute e la sicurezza nucleare, hanno fornito informazioni sugli effetti delle esposizioni dell’organismo delle donne alle radiazioni. Il governo giapponese è chiamato ad impegnarsi ad affrontare la situazione incoraggiando le donne a sottoporsi a controlli medici specifici e a fornire loro risorse e strategie per ridurre l’esposizione alle radiazioni, evitare cibi locali, compresi lattuga, latte, bacche e funghi. Le donne in stato di gravidanza, in particolare al primo e secondo trimestre, devono prestare particolare attenzione a quello che consumano, dato che le radiazioni passano attraverso il cordone ombelicale. (M.G.)







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