SEGGI VUOTI A KADUNA, DOPO LE STRAGI VINCE LA PAURA
“La gente non va a votare
perché ha paura” dice alla MISNA suor Kathleen McGravey, missionaria nella Nigeria
dei poveri e dei disoccupati, quella dei conflitti sotto la bandiera dell’etnia e
della fede. Sono trascorse poche ore da quando questa religiosa ha visitato il campo
di Nando, alla periferia della città di Kaduna, e ascoltato i racconti delle stragi. “Molti
sono musulmani di etnia fulani, quasi tutti sono arrivati da Zonkwa” dice suor Kathleen.
Dopo la conferma elettorale di Goodluck Jonathan, un presidente originario del sud
petrolifero e cristiano, in questo piccolo centro della Nigeria settentrionale si
sono verificate le violenze più gravi. A pagare sono state soprattutto le minoranze,
in questo caso non i cristiani ma i musulmani. “Le vittime – assicura suor Kathleen
- sono state centinaia, forse 500”. In tutto il nord della Nigeria i profughi sarebbero
65.000. Nel campi di Kaduna il governo e la Croce rossa stanno garantendo pasti e
assistenza medica. Ma resta l’incertezza del futuro, perché insieme con le chiese
e le moschee sono state bruciate le case. E resta il dolore, come quello di una giovane
madre con un bimbo in braccio che a suor Kathleen ha raccontato di una figlia morta
tra le fiamme. È per questo che oggi nelle strade di Kaduna si vedono solo soldati
e poliziotti. Il voto si tiene con due giorni di ritardo per motivi di sicurezza,
come a Bauchi, l’altro Stato del Nord spazzato dalle violenze. “Il conflitto – dice
la missionaria alla MISNA – ha più dimensioni: c’è la lotta per il potere politico
e c’è, più in profondità, il disagio di milioni di giovani senza lavoro e prospettive”.
[VG]
ELEZIONI: AFFLUENZA IN CALO, ANCHE PER TIMORE INCIDENTI
Bassa
affluenza da un lato, meno incidenti rispetto al passato da un altro: sono gli elementi
messi in evidenza da una coalizione di 20 organizzazioni non governative dopo le elezioni
tenute martedì in 29 dei 36 Stati della Nigeria per scegliere i governatori e rinnovare
le assemblee locali. “Nonostante l’affluenza sia stata in genere piuttosto bassa
– sottolineano gli attivisti di Election Situation Room – i resoconti degli osservatori
indicano che il voto è stato ben organizzato e per lo più pacifico in molti Stati”.
Le consultazioni di martedì hanno seguito violenze causate nel Nord semi-arido e a
maggioranza musulmana dalla conferma elettorale di Goodluck Jonathan, un presidente
originario del Sud petrolifero e cristiano. Il giudizio positivo di Election Situation
Room sembra spiegarsi anche con il timore che il ritorno alle urne potesse essere
l’occasione di nuovi incidenti. Per motivi di sicurezza le elezioni si stanno svolgendo
soltanto oggi nei due Stati più colpiti dalle violenze, Kaduna e Bauchi. Sul piano
politico i primi risultati indicano un lieve arretramento del People’s Democratic
Party (Pdp), il partito di governo che negli ultimi anni ha controllato le massime
cariche in circa due terzi degli Stati della Federazione. Il Pdp ha perso terreno
nella regione sud-occidentale ed è stato sconfitto a Lagos, una metropoli storicamente
roccaforte dell’opposizione; ma ha conquistato Kano, lo Stato più popoloso del Nord. [VG]