Rapporto Auser: tempi duri per il Welfare, servizi sociali a rischio per i tagli
A causa delle difficoltà economiche i Comuni italiani si affidano sempre di più, per
i servizi sociali, al volontariato. Lo rileva il quarto Rapporto sulla sinergia tra
Enti Locali e Terzo Settore promosso dall’Auser e presentato oggi a Roma. Chiesta
anche più trasparenza, maggiore programmazione e regole più chiare, soprattutto sul
fronte contratti e collaborazioni. Per noi c’era Michele Raviart:
In Italia,
l’efficienza dei servizi sociali è a rischio. A lanciare l’allarme è l’Auser, che
ha presentato oggi il IV Rapporto nazionale “Enti locali e Terzo Settore”, nel quale
si sottolinea come ormai circa il 50 per cento dei servizi di assistenza di competenza
del settore pubblico sia esternalizzato a soggetti privati. E questo in un regime
di tagli alle spese da parte dello Stato, rischia di impoverire notevolmente la quantità
dei servizi erogati alle persone bisognose, come ci spiega Francesco Montemurro,
tra gli estensori del Rapporto:
“E’ un impoverimento, che
è la risultante di almeno tre filoni di intervento: uno riguarda il taglio ai trasferimenti
statali ai comuni, con un peso di circa un miliardo e mezzo per il 2011 e di due miliardi
e mezzo a regime per il 2012; l’altro riguarda, invece, il taglio di circa il 63 per
cento dei fondi statali a sostegno degli interventi sociali; il terzo provvedimento
è quello, nelle amministrazioni pubbliche, del raffreddamento dei contratti collettivi”.
Quindi il blocco delle assunzioni nelle amministrazioni pubbliche e
un aumento del precariato; ma anche la progressiva riduzione dei fondi, come quello
per le politiche sociali, ridotto di oltre il 60 per cento. E la scomparsa di quello
che si occupava delle persone non autosufficienti, che solo nel 2010 gestiva 400 milioni
di euro. Michele Mangano, presidente dell’Auser:
“Com’è
velleitario immaginare che sia solo il pubblico ad intervenire per la gestione dei
servizi pubblici, altrettanto velleitario è pensare che siano poi i soggetti di Terzo
Settore - quindi le cooperative sociali e le associazioni di volontariato - a gestire
la stragrande maggioranza dei servizi sociali. Questo è impossibile. Bisogna che ci
sia una giusta integrazione e che il ruolo del privato sia un ruolo complementare
all’intervento pubblico. (mg)