Mercoledì
27 aprile 2011 - Dalla Benedizione Urbi et Orbi di Pasqua di Benedetto XVI:
"La risurrezione di Cristo non è il frutto di una speculazione, di un’esperienza
mistica: è un avvenimento, che certamente oltrepassa la storia, ma che avviene in
un momento preciso della storia e lascia in essa un’impronta indelebile". Impronte
nella neve, impronte sul suolo lunare, impronte di divi del cinema in Hollywood boulevard,...
e l'impornta indelebile del pontificato di Giovanni Paolo II nella storia del
XX secolo: lo riascoltiamo nella sua personale versione della santità, dall'Angelus
di Ognissanti 1986. E quanto all'impronta della Pasqua, ecco la personale versione
del giovane scrittore Michele Casella in Io c'ero. Voce di voci sotto
la croce, edito dalla San Paolo, da noi adattato in originale radiofonico
in due puntate. E poi l'impronta della speranza che riesce ad emergere perfino
dalle macerie del terremoto, in Giappone. E l'impronta degli anni di piombo in un
prossimo film di Marco Tuillio Giordana dedicato alla strage di piazza Fontana,
12 dicembvre 1969. Ancora, l'impronta di Cinecittà, da dopodomani aperta al
pubblico in occasione dei 74 anni dalla sua fondazione. Per finire all'impronta decidisva
lasciata dai missionari in India, nel romanzo di don Gino Battaglia,
Malabar, in corsa al Premio Strega