2011-04-26 14:12:53

Una piccola ampolla di sangue esposta come reliquia alla Beatificazione di Papa Wojtyla


Una “piccola ampolla di sangue”, conservato allo “stato liquido” per via della “presenza di un anticoagulante”. Sarà questa la reliquia di Giovanni Paolo II che verrà esposta alla venerazione dei fedeli in occasione della Beatificazione. Lo spiega in un comunicato ufficiale la Sala Stampa Vaticana. La nota spiega nel dettaglio l’origine della reliquia, inserita in un “prezioso reliquiario fatto preparare appositamente dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice”. “Negli ultimi giorni della malattia del Santo Padre – si legge nel comunicato – il personale medico addetto compì prelievi di sangue, da mettere a disposizione del Centro Emotrasfusionale dell’Ospedale Bambino Gesù in vista di un’eventuale trasfusione. Tale Centro, diretto dal prof. Isacchi, era infatti incaricato di questo servizio medico per il Papa”. Tuttavia, prosegue la nota, “non ebbe poi luogo alcuna trasfusione, e il sangue prelevato rimase conservato in quattro piccoli contenitori. Due di questi sono rimasti a disposizione del Segretario particolare del Papa Giovanni Paolo II, il cardinale Dziwisz; gli altri due sono rimasti presso l’Ospedale Bambino Gesù, devotamente custoditi dalle Suore dell’Ospedale”.

In occasione della Beatificazione, i due contenitori “sono stati collocati in due reliquiari. Il primo – afferma la nota ufficiale – verrà presentato alla venerazione dei fedeli in occasione della cerimonia di Beatificazione del primo maggio, e poi sarà conservato nel ‘Sacrario’ a cura dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, insieme ad altre importanti reliquie”. Il secondo reliquiario, invece, “verrà riconsegnato all’Ospedale Bambino Gesù, le cui suore avevano già fedelmente custodito la preziosa reliquia negli anni trascorsi”. Il comunicato della Sala Stampa termina con una importante annotazione: “Il sangue – si precisa – si trova allo stato liquido, circostanza che si spiega per la presenza di una sostanza anticoagulante che era presente nelle provette al momento del prelievo”. (A cura di Alessandro De Carolis)







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