Guatemala: a 13 anni dall'omicidio di mons. Gerardi, la Chiesa chiede giustizia
“La Chiesa cattolica auspica che la giustizia arrivi nei confronti di tutti quelli
che hanno partecipato al vile omicidio”: lo ha detto Nery Rodenas, direttore dell’ufficio
per i diritti umani dell’arcivescovado di Guatemala (Odhag), alla vigilia delle commemorazioni
per l’omicidio di mons. Juan José Gerardi Conedera, ucciso il 26 aprile 1998. A 13
anni dalla morte del presule, “è importante scoprire tutti i responsabili” ha aggiunto
Rodenas. Finora - riferisce l'agenzia Misna - due militari e un sacerdote, già segretario
di mons. Gerardi, sono stati riconosciuti colpevoli: si tratta del colonnello Byron
Lima Estrada, di suoi figlio, il capitano Byron Lima Oliva, e di padre Mario Orantes,
condannati a 20 anni di carcere. Sentenze, ha sottolineato il direttore dell’Odhag,
che “hanno comprovato la partecipazione dello Stato al crimine per il rapporto Remhi
(Recupero della memoria storica)” sui crimini della guerra civile che tra il 1960
e il 1996 provocò almeno 200.000 vittime, tra morti e ‘desaparecidos. Le indagini
tuttavia proseguono nei confronti di altri sospetti, la maggior parte militari. “Crediamo
che nella pianificazione, nell’esecuzione e nella campagna di disinformazione seguita
al crimine abbiano partecipato circa 20 persone” ha detto ancora Rodenas, senza aggiungere
altri particolari. Due giorni prima di essere ucciso mons. Gerardi aveva pubblicato
il rapporto ‘Guatemala nunca más’ (Guatemala mai più), frutto del Progetto interdiocesano
Remhi, in cui cui sono documentate oltre 55.000 violazioni dei diritti umani perpetrate
durante il conflitto, l’80 % delle quali attribuite all’esercito. (R.P.)