2011-04-24 15:14:59

Siria: ondata di arresti tra i militanti dell'opposizione


Numerosi arresti in queste ore in Siria tra i militanti dell’opposizione, dopo che ieri le forze di sicurezza hanno provocato oltre 10 morti aprendo il fuoco, in varie città, sui partecipanti ai funerali delle vittime delle manifestazioni antigovernative di venerdì scorso. In dissenso con Damasco due deputati e il muftì della città meridionale di Daraa - epicentro della rivolta - hanno annunciato le proprie dimissioni. Unanime la condanna della violenza da parte delle cancellerie occidentali, mentre la Russia ha chiesto alla Siria di accelerare sulle riforme democratiche.

Yemen
Nello Yemen il presidente Saleh si è detto pronto a lasciare il potere in cambio dell’immunità, accettando il compromesso avanzato dai Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Favorevole, in linea di massima, l’opposizione che però ha espresso dubbi sull’impunità e sulla partecipazione del leader ad un governo di unità nazionale. Perplessità anche sul punto dell’accordo che lascerebbe al Parlamento – controllato dal partito di Saleh - la possibilità di respingere le sue dimissioni. Dagli Stati Uniti appello per il via libera immediato alla transizione.

Algeria
In Algeria le forze di sicurezza hanno impedito lo svolgimento di due manifestazioni in programma ieri ad Algeri. Secondo testimoni gli agenti hanno disperso i dimostranti che si stavano radunando nel centro della capitale, senza tuttavia provocare feriti. In piazza, oltre agli attivisti che da settimane chiedono riforme democratiche, c’erano anche centinaia di dipendenti del mondo della scuola che chiedevano aumenti salariali.

Marocco
Manifestazioni in programma oggi in diverse città del Marocco per chiedere maggiori aperture democratiche nel Paese. La decisione di scendere in piazza è stata confermata nonostante la liberazione di numerosi detenuti politici concessa dal re Manammed VI, il quale, in un recente discorso, ha anche annunciato l’attuazione di importanti riforme.

Afghanistan
In Afghanistan cinque militari dell’Isaf sono morti nelle ultime 24 ore in vari episodi, soprattutto a causa delle ferite riportate nell’esplosione di ordigni rudimentali piazzati dai talebani. Lo ha affermato una nota diffusa dalla Coalizione internazionale a Kabul precisando che una delle vittime è stata provocata dall’incidente di un elicottero dell’Isaf nella provincia orientale Kapisa. Sale così a 140 il numero di soldati stranieri morti nel paese dall’inizio del 2011.

Cisgiordania
Sale la tensione nella città palestinese di Nablus, nei pressi del sito religioso conosciuto come la Tomba di Giuseppe. Notando “movimenti sospetti” un agente palestinese ha aperto il fuoco contro alcune auto di fedeli sprovvisti di autorizzazione, uccidendo un israeliano e ferendone altri 4. La vittima è il nipote del ministro dell’Istruzione di Israele. Le autorità arabe hanno ribadito che chiunque voglia accedere all’area deve coordinarsi con i funzionari dell’Anp, come previsto da un’intesa con lo Stato Ebraico. Da Gerusalemme il titolare della Difesa israeliana Barak parla di “omicidio ingiustificato”.

Italia - funerali Arrigoni
Oggi pomeriggio nella palestra comunale di Bulciago, in provincia di Lecco, i funerali di Vittorio Arrigoni, il cooperante ucciso a Gaza da una cellula terroristica salafita. Decine di persone ieri sera hanno partecipato alla veglia in suo ricordo, mentre il Centro Palestinese per i diritti umani – ong attiva nella Striscia – chiede con forza ad Hamas di fare piena luce sull’omicidio.

Italia – immigrazione
Non si arrestano a Ventimiglia gli arrivi di migranti diretti in Francia: la notte scorsa si sono registrati almeno 200 transiti alla frontiera; nelle prime ore del mattino, poi, quasi tutti i tunisini sono saliti a bordo di treni diretti Oltralpe, tranne una cinquantina rimasti in stazione perché il centro di accoglienza è al completo. Intanto la Guardia di Finanza di Siracusa ha arrestato in mattinata 13 scafisti a bordo di un peschereccio egiziano intercettato al largo di Portopalo che trasportava 62 uomini e alcuni minori.

Europa – Schengen
Mentre in Francia proseguono le polemiche per la posizione del presidente Sarkozy sulla sospensione provvisoria degli accordi di Schengen, il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, in vista del vertice italo-francese in calendario martedì, in un’intervista al Sole24Ore frena sulla questione: “Ci sono state divergenze che non devono esserci”, ha detto sui respingimenti dei migranti alla frontiera di Ventimiglia, “a Schengen serve un tagliando per adattarlo ai tempi e al mondo che cambia rapidamente”.

Spagna – Eta
L’organizzazione terroristica del separatismo basco Eta ha pubblicato oggi sul quotidiano basco “Gara” un comunicato in cui afferma che “la creazione di uno Stato basco indipendente è l’unica opzione possibile per guadagnare la completa libertà”, pur riconoscendo che “il cammino sarà lungo, duro e difficile”. Nessun accenno a una riaffermazione del cessate il fuoco proclamato il 10 gennaio scorso.

Brasile
Almeno 11 persone, tra cui cinque bambini, sono morte a causa delle forti piogge che negli ultimi giorni hanno colpito il Rio Grande do Sul, Stato nel sud del Brasile. Un’altra risulta ancora dispersa. Le piogge battenti, le forti raffiche di vento e le inondazioni hanno provocato frane e crolli dei tetti di molte abitazioni. L’area più colpita è quella di Igrejinha, ma si calcola che in tutta la zona interessata 32mila persone siano rimaste senza casa e 74mila senza corrente elettrica.

Thailandia e Cambogia
Terzo giorno di combattimenti al confine tra Thailandia e Cambogia. Le truppe dei due paesi sono tornate a scontrarsi intorno al tempio di Preah Vihear rivendicato da entrambi. In mattinata appello per un cessate-il-fuoco dal degretario generale dell’Onu Ban Ki-moon che ha esortato le parti ad impegnarsi in “colloqui seri”. I disordini, scoppiati venerdì scorso, hanno provocato finora 11 morti e decine di feriti.

Giappone
Migliaia di persone questa mattina sono scese in piazza nel centro di Tokyo per dar vita a una manifestazione che chiede l’uscita del Paese dal nucleare a vantaggio delle fonti di energia rinnovabili, dopo l’incidente occorso alla centrale di Fukushima in seguito al terremoto e allo tsunami dell’11 marzo scorso. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata e Roberta Barbi)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 114







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