Libia. Mons. Martinelli: il diavolo della guerra possa essere distrutto
Nuovi raid aerei della Nato a Tripoli, dove la notte scorsa sono state udite tre forti
esplosioni. In mattinata sono ripresi i combattimenti a Misurata. Qui è di almeno
36 morti e 100 feriti il bilancio provvisorio delle vittime degli attacchi delle truppe
di Gheddafi, malgrado l'annuncio fatto meno di 48 ore fa del ritiro dei soldati. Intanto
negli Usa il senatore repubblicano John Mc Cain ha esortato gli Stati Uniti ad intensificare
i raid aerei sostenendo che un stallo delle operazioni militari favorirebbe Al Qaeda.
Ma qual è il significato di questa Pasqua per la comunità cristiana in Libia? Eugenio
Bonanata lo ha chiesto a mons. Giovanni Innnocenzo Martinelli, vicario
apostolico di Tripoli:
R.
- L’unica cosa che sostiene la nostra comunità cristiana è proprio la forza della
fede. Questa mattina, mettendomi in comunicazione con diversi gruppi di cristiani
che si trovano ad Hun, a Nalut e a Sirte, ho avuto - dappertutto - questa sensazione
forte che Cristo è Risorto …. Cristo è Risorto e proprio questa è la nostra gioia,
la nostra forza e la nostra certezza e che, in qualche modo, porta la forza di questa
speranza - attraverso le persone che servono gli ammalati o che sono presenti in questi
territori - che Gesù ha seminato nonostante la morte. E questa è anche la speranza
- in qualche modo - dei libici, che si accompagnano a noi nella preghiera, che ci
chiedono di pregare e che pregano nelle moschee, affinché il diavolo della guerra
possa essere distrutto. (mg)