2011-04-24 15:06:28

Il patriarca di Gerusalemme: aiutare la gioventù araba in cerca di giustizia e dignità


Essere “nuovi testimoni della Resurrezione davanti alla tomba vuota di Gesù, come furono le donne e poi i discepoli”: questa l’esortazione del Patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, nell’omelia della Messa pontificale della domenica di Pasqua celebrata oggi nella Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nella Chiesa della Resurrezione, come la chiamano gli arabi cristiani, affollata da fedeli locali e pellegrini, sono risuonati canti di gioia. Da Gerusalemme riferisce Stefania Sboarina:RealAudioMP3

L’apice della celebrazione, la proclamazione del Vangelo: qui è esplosa la gioia, intorno alla Tomba vuota e all’altare postogli di fronte che - di lì a poco - ha visto realizzarsi il sacrificio eucaristico in un sentito e corale rendimento di grazie. E di fronte a quella Tomba vuota, il Patriarca Twal, nella sua omelia, ha invitato tutti ad essere nuovi testimoni della Resurrezione, così come fecero le donne, quel giorno, e poi i discepoli.

“Ma, oggi come allora - ha detto il Patriarca latino - non è sufficiente annunciare Cristo e la sua Resurrezione solo a parole. Bisogna, invece, testimoniarlo con le nostre azioni, la nostra unità, qui in questa terra. Siamo chiamati a testimoniare la nostra fede nella Resurrezione alle migliaia di pellegrini e di turisti che vengono a cercare Cristo e a riscoprire le loro radici di fede. “Intorno a noi, nel nostro mondo arabo - ha proseguito mons. Twal - un’intera generazione di giovani ha scosso la polvere della triste storia che li riguardava e ha iniziato ha cercare una nuova via, segnata dalla giustizia e dalla dignità. Un’intera generazione alla ricerca di una resurrezione del proprio popolo e non ha altri strumenti, per ottenere un cambiamento, che la volontà e la fiducia in un futuro migliore. Aiutiamoli con la nostra preghiera, il nostro incoraggiamento, i nostri consigli”.

“Questo è ciò che oggi ci si aspetta da noi, successori degli Apostoli e discendenti della prima comunità cristiana”, ha detto ancora mons. Twal. “Dobbiamo seppellire il nostro spirito mondano, le nostre divisioni, la nostra violenza, la nostra incredulità e le nostre paure per condurre una vita nuova, una vita da risorti”. Ed ha concluso: “Dobbiamo lasciar vivere l’uomo nuovo, rinnovato, che crede nella pace e in un avvenire migliore, con la gioia di vivere e di lasciar vivere. Abbiamo il diritto di sognare questo futuro migliore in questa terra”.

A chiudere questa Liturgia un vero canto di lode al Risorto: Patriarca, frati, chierici, sacerdoti e fedeli, portando in processione l’Evangelario, hanno compiuto tre volte il giro intorno all’edicola che custodisce la tomba vuota di Cristo e in diversi luoghi dell’Anastasis hanno proclamato i quattro Vangeli della Resurrezione. Ancora una volta, nel luogo stesso in cui avvenne, ha riecheggiato in un tripudio di gioia l’annuncio pasquale. (Da Gerusalemme, per la Radio Vaticana, Stefania Sboarina, Franciscan Media Center, Custodia di Terra Santa)(mg)







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