Il Papa benedice l'umanità: Cristo risorto apra la via della libertà, della giustizia
e della pace
Cristo Risorto apra la via della libertà, della giustizia e della pace nel mondo:
è quanto ha detto Benedetto XVI nel suo Messaggio Pasquale affacciandosi dalla Loggia
centrale della Basilica di San Pietro. “La risurrezione di Cristo – ha ribadito -
non è il frutto di una speculazione, di un’esperienza mistica: è un avvenimento” che
“dà forza e significato ad ogni speranza umana”. “In Cielo – ha affermato - tutto
è pace e letizia. Ma non è così, purtroppo, sulla terra! Qui, in questo nostro mondo,
l’alleluia pasquale contrasta ancora con i lamenti e le grida che provengono da tante
situazioni dolorose: miseria, fame, malattie, guerre, violenze. Eppure, proprio per
questo Cristo è morto ed è risorto!”. Quindi ha lanciato un accorato appello per la
pace nel mondo, in particolare in Terra Santa e in Medio Oriente. Per la Libia ha
auspicato che “la diplomazia ed il dialogo prendano il posto delle armi e si favorisca,
nell’attuale situazione conflittuale, l’accesso dei soccorsi umanitari a quanti soffrono
le conseguenze dello scontro. Nei Paesi dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente,
tutti i cittadini - ed in particolare i giovani - si adoperino per promuovere il bene
comune e per costruire società, dove la povertà sia sconfitta ed ogni scelta politica
risulti ispirata dal rispetto per la persona umana. Ai tanti profughi e ai rifugiati,
che provengono da vari Paesi africani e sono stati costretti a lasciare gli affetti
più cari arrivi la solidarietà di tutti”. Poi ha espresso l’augurio che “possa ricomporsi
la civile convivenza tra le popolazioni della Costa d’Avorio” e che “possano trovare
consolazione e speranza la terra del Giappone, mentre affronta le drammatiche conseguenze
del recente terremoto, e i Paesi che nei mesi scorsi sono stati provati da calamità
naturali che hanno seminato dolore e angoscia”. Un pensiero è andato ai cristiani
che ancora oggi sono perseguitati: “L’annuncio della sua vittoriosa risurrezione infonda
in loro coraggio e fiducia”. Infine ha invitato a seguire Gesù: “Camminiamo dietro
a Lui, in questo mondo ferito, cantando l’alleluia. Nel nostro cuore c’è gioia e dolore,
sul nostro viso sorrisi e lacrime. Così è la nostra realtà terrena. Ma Cristo è risorto,
è vivo e cammina con noi. Per questo cantiamo e camminiamo, fedeli al nostro impegno
in questo mondo, con lo sguardo rivolto al Cielo”.
In precedenza il Papa aveva
celebrato sul sagrato della Basilica Vaticana, la solenne celebrazione della Messa
del giorno nella Pasqua. Il rito si è aperto con il rito del Resurrexit, con l’apertura
dell’immagine del Risorto. Si tratta della neo “Acheropita”, una icona realizzata
a partire dal prototipo medioevale, costituita dall’immagine dipinta del Salvatore,
seduto in trono, con due sportelli laterali. Quest’anno, per una felice coincidenza,
cattolici e ortodossi celebrano la Pasqua nello stesso giorno: per questo, dopo la
proclamazione del Vangelo, un coro ortodosso ha intonato il canto degli Stichi e degli
Stichirà della liturgia bizantina. Anche quest’anno, com’è ormai consuetudine dal
1985, la decorazione floreale di Piazza San Pietro per la Pasqua è stata offerta e
curata da un gruppo di artisti olandesi, sotto la guida del maestro compositore Charles
van der Voort. Uno scenario suggestivo formato da una miriade di fiori di diversi
colori, dominanti come sempre il giallo e il bianco, che simboleggiano la luce e la
gioia del messaggio pasquale, oltre ad essere i colori della bandiera vaticana. Tantissimi
i fiori: dalle rose ai gigli e ai tulipani, e ancora narcisi, giacinti e un’ampia
varietà di alberi e piante da giardino. Questa Pasqua, inoltre, vede una felice coincidenza:
proprio il 24 aprile di sei anni fa Benedetto XVI iniziava il suo Ministero Petrino.
Di seguito il testo integrale del Messaggio Pasquale:
“In resurrectione
tua, Christe, caeli et terra laetentur – Nella tua risurrezione, o Cristo, gioiscano
i cieli e la terra” (Lit. Hor.).
Cari fratelli e sorelle di Roma e del
mondo intero!
Il mattino di Pasqua ci ha riportato l’annuncio antico
e sempre nuovo: Cristo è risorto! L’eco di questo avvenimento, partita da Gerusalemme
venti secoli fa, continua a risuonare nella Chiesa, che porta viva nel cuore la fede
vibrante di Maria, la Madre di Gesù, la fede di Maddalena e delle altre donne, che
per prime videro il sepolcro vuoto, la fede di Pietro e degli altri Apostoli.
Fino
ad oggi – anche nella nostra era di comunicazioni ultratecnologiche – la fede dei
cristiani si basa su quell’annuncio, sulla testimonianza di quelle sorelle e di quei
fratelli che hanno visto prima il masso rovesciato e la tomba vuota, poi i misteriosi
messaggeri i quali attestavano che Gesù, il Crocifisso, era risorto; quindi Lui stesso,
il Maestro e Signore, vivo e tangibile, apparso a Maria di Magdala, ai due discepoli
di Emmaus, infine a tutti gli undici, riuniti nel Cenacolo (cfr Mc 16,9-14).
La
risurrezione di Cristo non è il frutto di una speculazione, di un’esperienza mistica:
è un avvenimento, che certamente oltrepassa la storia, ma che avviene in un momento
preciso della storia e lascia in essa un’impronta indelebile. La luce che abbagliò
le guardie poste a vigilare il sepolcro di Gesù ha attraversato il tempo e lo spazio.
E’ una luce diversa, divina, che ha squarciato le tenebre della morte e ha portato
nel mondo lo splendore di Dio, lo splendore della Verità e del Bene.
Come
i raggi del sole, a primavera, fanno spuntare e schiudere le gemme sui rami degli
alberi, così l’irradiazione che promana dalla Risurrezione di Cristo dà forza e significato
ad ogni speranza umana, ad ogni attesa, desiderio, progetto. Per questo il cosmo intero
oggi gioisce, coinvolto nella primavera dell’umanità, che si fa interprete del muto
inno di lode del creato. L’alleluia pasquale, che risuona nella Chiesa pellegrina
nel mondo, esprime l’esultanza silenziosa dell’universo, e soprattutto l’anelito di
ogni anima umana sinceramente aperta a Dio, anzi, riconoscente per la sua infinita
bontà, bellezza e verità.
“Nella tua risurrezione, o Cristo, gioiscano
i cieli e la terra”. A questo invito alla lode, che si leva oggi dal cuore della Chiesa,
i “cieli” rispondono pienamente: le schiere degli angeli, dei santi e dei beati si
uniscono unanimi alla nostra esultanza. In Cielo tutto è pace e letizia. Ma non è
così, purtroppo, sulla terra! Qui, in questo nostro mondo, l’alleluia pasquale contrasta
ancora con i lamenti e le grida che provengono da tante situazioni dolorose: miseria,
fame, malattie, guerre, violenze. Eppure, proprio per questo Cristo è morto ed è risorto!
E’ morto anche a causa dei nostri peccati di oggi, ed è risorto anche per la redenzione
della nostra storia di oggi. Perciò, questo mio messaggio vuole raggiungere tutti
e, come annuncio profetico, soprattutto i popoli e le comunità che stanno soffrendo
un’ora di passione, perché Cristo Risorto apra loro la via della libertà, della giustizia
e della pace.
Possa gioire la Terra che, per prima, è stata inondata
dalla luce del Risorto. Il fulgore di Cristo raggiunga anche i Popoli del Medio Oriente,
affinché la luce della pace e della dignità umana vinca le tenebre della divisione,
dell’odio e delle violenze. In Libia la diplomazia ed il dialogo prendano il posto
delle armi e si favorisca, nell’attuale situazione conflittuale, l’accesso dei soccorsi
umanitari a quanti soffrono le conseguenze dello scontro. Nei Paesi dell’Africa settentrionale
e del Medio Oriente, tutti i cittadini - ed in particolare i giovani - si adoperino
per promuovere il bene comune e per costruire società, dove la povertà sia sconfitta
ed ogni scelta politica risulti ispirata dal rispetto per la persona umana. Ai tanti
profughi e ai rifugiati, che provengono da vari Paesi africani e sono stati costretti
a lasciare gli affetti più cari arrivi la solidarietà di tutti; gli uomini di buona
volontà siano illuminati ad aprire il cuore all’accoglienza, affinché in modo solidale
e concertato si possa venire incontro alle necessità impellenti di tanti fratelli;
a quanti si prodigano in generosi sforzi e offrono esemplari testimonianze in questa
direzione giunga il nostro conforto e apprezzamento. Possa
ricomporsi la civile convivenza tra le popolazioni della Costa d’Avorio, dove è urgente
intraprendere un cammino di riconciliazione e di perdono per curare le profonde ferite
provocate dalle recenti violenze. Possano trovare consolazione e speranza la terra
del Giappone, mentre affronta le drammatiche conseguenze del recente terremoto, e
i Paesi che nei mesi scorsi sono stati provati da calamità naturali che hanno seminato
dolore e angoscia.
Gioiscano i cieli e la terra per la testimonianza
di quanti soffrono contraddizioni, o addirittura persecuzioni per la propria fede
nel Signore Gesù. L’annuncio della sua vittoriosa risurrezione infonda in loro coraggio
e fiducia.
Cari fratelli e sorelle! Cristo risorto cammina davanti a
noi verso i nuovi cieli e la terra nuova (cfr Ap 21,1), in cui finalmente vivremo
tutti come un’unica famiglia, figli dello stesso Padre. Lui è con noi fino alla fine
dei tempi. Camminiamo dietro a Lui, in questo mondo ferito, cantando l’alleluia. Nel
nostro cuore c’è gioia e dolore, sul nostro viso sorrisi e lacrime. Così è la nostra
realtà terrena. Ma Cristo è risorto, è vivo e cammina con noi. Per questo cantiamo
e camminiamo, fedeli al nostro impegno in questo mondo, con lo sguardo rivolto al
Cielo.