Gesù e Socrate: l’editoriale di padre Federico Lombardi
“Il criterio che ha guidato ogni scelta di Gesù durante tutta la sua vita è stata
la sua ferma volontà di amare il Padre”: è quanto affermato dal Papa all’udienza generale
di mercoledì scorso, tutta dedicata al Triduo Pasquale. Il Santo Padre si è anche
soffermato sulla differenza di atteggiamento di Gesù e Socrate dinnanzi alla morte.
Proprio su questo confronto, si sofferma il nostro direttore generale, padre Federico
Lombardi, nel suo editoriale per “Octava Dies”, il settimanale informativo del
Centro Televisivo Vaticano:
Nel corso
dell’Udienza del Mercoledì Santo, il Papa, lasciando il testo scritto preparato, ha
parlato a lungo spontaneamente della preghiera di Gesù nel Getsemani. Meditando con
partecipazione e profondità sull’angoscia di Gesù, sulla sua paura davanti alla morte,
ha rilevato la differenza fra Gesù e Socrate. Tutti ammiriamo la fortezza e il dominio
di sé dall’antico saggio greco, che il suo discepolo Platone ci ha descritto con grande
efficacia in pagine indimenticabili. Ma la sua superiorità di fronte all’esperienza
dell’angoscia in certo senso lo allontana dalla concreta povertà e fragilità della
comune condizione umana di fronte alla morte. Non così Gesù, veramente uno di noi.
L’amore di Dio scende in fondo all’abisso per portarci tutti verso l’alto. Paradossalmente
la pagina forse più misteriosa e sconcertante del Vangelo, il Getsemani, si trasforma
in quella che può dare più conforto allo sconfinato dolore dell’umanità di tutti i
tempi. Sconfinato dolore, ma anche sconfinato amore. Per questo possiamo parlare di
“salvezza” e possiamo credervi, nella nostra carne, nella nostra vita e nella nostra
morte. Rispondendo il Venerdì Santo alle domande giuntegli da diverse parti del mondo,
il Papa ha detto che nell’Eucarestia il corpo risorto di Gesù ci tocca ed entra in
noi, per trasformare la nostra vita nella sua nuova vita. Passione e Risurrezione,
il dono più grande di Dio alla nostra umanità in cammino.