Cresce la protesta in Siria: nuove vittime. Si dimettono due deputati
Ancora morti in Siria: sembrano essere 7, oggi, i morti a Izraa e a Douma, dove la
polizia ha aperto il fuoco sulla folla che stava partecipando ai funerali delle 112
vittime, uccise ieri dalle forze di sicurezza durante la repressione delle manifestazioni
antigovernative. Per questo motivo, per la prima volta, due deputati hanno annunciato
le loro dimissioni. Il servizio è di Roberta Barbi:
Sono morti
almeno in 7, secondo quanto alcuni testimoni oculari hanno riferito alla tv al-Arabiya,
uccisi dai cecchini appostati sui tetti di Izraa o dalla polizia che ha aperto il
fuoco sulla folla a Douma, dove oggi si sono svolti i funerali delle vittime delle
manifestazioni antigovernative di ieri, cui hanno partecipato migliaia di persone.
Fonti giornalistiche riferiscono, inoltre, che in migliaia sono scesi in piazza in
diverse città, chiedendo “il rovesciamento del regime” e cantando in onore dei caduti
di quella che ieri è stata l’ennesima giornata di sangue. La triste conta delle
vittime, tra le quali molti bambini, non lascia dubbi: l’intervento delle forze dell’ordine
nel corso delle manifestazioni è stato sproporzionato. Immediata la condanna internazionale
per l’atteggiamento delle autorità: Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Unione Europea
hanno condannato il vergognoso e atroce uso della forza sui dimostranti. Scende in
campo con fermezza anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, che ha condannato
la repressione in atto, rinnovando la richiesta di un'indagine indipendente e trasparente
sulle uccisioni dei manifestanti.