Libia: per mons. Martinelli a Tripoli è un "Venerdì Santo nell'angoscia"
E’ un Venerdì Santo in cui “la Chiesa libica ripete il grido di Gesù ‘Dio mio, Dio
mio, perché mi hai abbandonato?’”: a parlare oggi all'agenzia Sir, con grande commozione,
è mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, dopo aver celebrato
nella mattinata il rito del Venerdì Santo (nel pomeriggio la gente ha paura di uscire)
con la chiesa stracolma di fedeli filippini e africani. “Viviamo nell’angoscia – dice
-, senza avere il diritto di un dialogo per cercare di capire le possibilità di pace
che potevano esserci. Le bombe cadono, ma a soffrire sono i deboli”. Mons. Martinelli
ricorda che giorni fa sono andate da lui due gruppi di donne a denunciare violenze
sessuali e mutilazioni nella città di Misurata. “E’ la prima volta che mi capita,
le donne musulmane non vengono mai in chiesa – precisa -. Io posso solo parlare per
conto loro, non ho avuto altri riscontri sulle violenze. Purtroppo la zona di Misurata
è isolata. Prima andavamo quasi ogni settimana, ora non possiamo più. Però c’è ancora
un gruppo di infermiere filippine che lavora nell’ospedale”. Le donne hanno chiesto
di intercedere per un intervento del Papa: “Io ho detto loro che il Papa è già intervenuto
per chiedere un cessate-il-fuoco e una trattativa – precisa il vescovo -, ma i grandi
della terra non lo ascoltano”. Mons. Martinelli riferisce che, oltre agli immigrati,
“tanti libici stanno lasciando il Paese con enorme dolore, perché pensano di non poter
più tornare”. Sull’intensificarsi dei raid aerei della Nato su Tripoli il vescovo
dice solo di “aver sentito ieri sera voli di aerei, e bombe in lontananza. Nella nostra
zona siamo abbastanza tranquilli, ma altrove il conflitto è forte”. “La mia speranza
è che il grido di Gesù sia un grido di speranza verso la resurrezione – conclude -.
Ci auguriamo che la Resurrezione di Gesù possa vincere il male che uccide”. (R.P.)