Torino: l’impegno pastorale del cardinale Saldarini ricordato nell’omelia funebre
di mons. Nosiglia
“Un ricordo incancellabile di sapienza e guida spirituale e pastorale, i cui frutti
sono ancora ben vivi e presenti nelle comunità cristiane della Diocesi”: con queste
parole l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, ha definito la memoria del
suo predecessore, cardinale Giovanni Saldarini, morto lunedì sera, nell’omelia funebre
pronunciata ieri pomeriggio nella cattedrale torinese, di cui riferisce l'agenzia
Sir. “Resta forte nella coscienza della Chiesa italiana e nella stessa società civile
– ha spiegato l’arcivescovo di Torino - l’intervento del cardinale Saldarini al Convegno
ecclesiale di Palermo, quando egli disse che la carità, l’azione più decisiva e impegnativa
per la Chiesa, non è da considerarsi come il medico che interviene quando giunge la
malattia, ma deve operare prima perché la malattia non prenda possesso delle persone:
prevenire e incidere dunque sulle cause che determinano le vecchie e nuove povertà
del nostro tempo. Un invito che resta obiettivo ancora da raggiungere – ha proseguito
- e risulta spesso difficile da attuare, ma è invece decisivo se vogliamo edificare
una comunità fraterna e una cittadinanza responsabile che si mobilitano sempre e in
ogni momento e tengono alto il grado di attenzione e di prossimità feriale e quotidiana,
nella coscienza di ogni persona. Missione – ha poi affermato - significa annuncio
di Cristo risorto, a tutti, senza riserve e offerto con coraggio da parte di ogni
cristiano verso tante famiglie divise o in difficoltà, giovani privi di prospettive
positive nel domani e chiusi dentro un mondo virtuale di devianza e di individualismo,
intellettuali orgogliosi del loro sapere ma privi di quella sapienza dello spirito
che sola può dare serenità e luce alla propria ricerca di senso, di vita e di futuro”.
L’arcivescovo ha poi sottolineato che “la missione oggi diventa anche debito primario
della nostra Chiesa verso tanti uomini e donne di altre confessioni cristiane o credenti
di religioni diverse che vivono tra noi, immigrati, rifugiati e stranieri che necessitano
di accoglienza e solidarietà sul piano sociale, ma anche incontro e dialogo su quello
religioso, morale e spirituale. Questa ampia azione missionaria ha rappresentato la
più convinta e forte preoccupazione del cardinale Saldarini, che ci ha consegnato
come eredità e priorità per la nostra Chiesa”. Nell’omelia funebre, mons. Nosiglia
ha infine richiamato le omelie alla città del cardinale, pronunciate nella festa di
S. Giovanni Battista, dalle quali – ha detto – “emerge con evidenza questo anelito
di Cristo buon pastore che guarda al di là del recinto del proprio ovile e apre il
suo cuore e la sua azione pastorale a tante altre pecore che stanno fuori e meritano
rispetto, attenzione, dialogo, incontro, amicizia insieme a una chiara e coraggiosa
proposta evangelica”. (M.G.)