Filippine: la Pasqua tempo di conversione non di ricreazione, ricorda il vescovo di
Batanes
La Settimana Santa dovrebbe essere “un tempo per il silenzio, la riflessione e una
profonda conversione, non per andare in vacanza o divertirsi”. Lo ha ricordato nei
giorni scorsi dalle antenne di Radio Veritas il vescovo filippino della Prelatura
territoriale di Batanes mons. Camillo Diaz Gregorio, rilevando come anche in un Paese
profondamente cattolico come le Filippine stia prendendo piede l’abitudine di partire
nel periodo pasquale. “È triste - ha detto il presule - che per alcune persone la
Pasqua sia diventata un periodo di vacanza, dimenticando che essa è un’occasione per
una più profonda conversione e unità con Dio”. Come tale essa continua peraltro ad
essere vissuta dalla maggioranza dei fedeli filippini che durante il Triduo Pasquale
partecipano ai diversi riti e processioni per commemorare la Passione e Morte di Cristo.
Tra queste “Visita Iglesia”, il tradizionale giro delle chiese per ripercorrere le
14 stazioni della Via Crucis che adesso è possibile fare anche in forma virtuale grazie
al sito visitaiglesia.net messo in rete dalla Chiesa locale per chi non può fare il
pellegrinaggio di persona. A queste pratiche si affiancano altre che sono invece condannate
dall’episcopato, come quella di riprodurre “dal vivo” il Calvario, dalla flagellazione
alla crocifissione, una sofferenza a cui si sottopongono ogni anno decine di fedeli
filippini. Si tratta di una tradizione relativamente recente tollerata dalle autorità,
ma che la Chiesa cerca di scoraggiare anche perché, come più volte evidenziato dai
vescovi filippini, questi riti trascurano il messaggio centrale della Pasqua: quello
della Resurrezione. (L.Z.)