Ecumenismo: importante missione delle Chiese protestanti d’Europa
La Comunità delle Chiese protestanti d’Europa (Cpce) ha come vocazione l’impegno in
prima linea sul tema dell’ecumenismo e del dialogo con le altre realtà cristiane del
Vecchio continente, come ricorda L’Osservatore Romano, ed è guidata dall’idea che
si possa costruire una comunione di comunità ecclesiali che, pur mantenendo le proprie
peculiarità, siano capaci di rendere sempre più efficace l’annuncio del Vangelo. A
questo proposito il quotidiano della Santa Sede ripercorre i successi ottenuti dalla
Cpce: con gli ortodossi, ad esempio, un dialogo sulla figura di Gesù è stato intavolato
fin dal 2002, per passare poi a parlare del Battesimo nella vita della Chiesa, senza
però, purtroppo, arrivare ancora al reciproco riconoscimento del sacramento auspicato
fin dal 2008. Nel settembre 2010, inoltre, un accordo di cooperazione nel campo della
formazione e della testimonianza di fede è stato firmato con la European Baptist Federation,
mentre risale al 1997 l’intesa con le comunità metodiste. Altalenanti, invece, i rapporti
con le Chiese anglicane di Gran Bretagna e Irlanda, i cui primi contatti ci sono stati
nel 1995: una tappa fondamentale è rappresentata dall’incontro avvenuto a Klingenthal,
in Germania, dal 13 al 15 aprile scorsi grazie alla disponibilità dell’Istituto ecumenico
di Strasburgo della Federazione luterana mondiale. In questa occasione, in particolare,
si è approfondito il tema dei progressi ecumenici in Scozia e dei recenti documenti
sottoscritti dagli anglicani d’Inghilterra e dalla United Reformed Church sulla riconciliazione
della memoria. Utili confronti, infine, ci sono stati anche sul rapporto tra ministero,
ordinazione ed episcopato; su Scrittura, confessione di fede e Chiesa, e sul rapporto
tra scienza e religione nello studio delle tradizioni anglicane del XVII secolo e
sono stati gettati i semi per un comune percorso educativo in vista della prossima
assemblea del Cpce, in programma a Firenze nel settembre 2012. (R.B.)