Ucraina. Lettera pastorale di mons. Shevchuk ai giovani: Lasciatevi amare da Cristo
“Non abbiate paura di incontrare Cristo”, è l’esortazione rivolta ai giovani dal neo
arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč, Sviatoslav Shevchuk, in occasione della Domenica
delle palme e della passione del Signore. Il responsabile della Chiesa greco-cattolica
ucraina ha scritto una lettera pastorale, la prima dalla sua elezione, in cui chiede
ai giovani di vivere “questo incontro” lasciandosi “ispirare dalla forza dell’amore,
con la quale costruiamo il nostro futuro insieme”. Mons. Shevchuk, che ha letto il
messaggio durante la liturgia celebrata nella cattedrale della Risurrezione a Kiev,
ha detto ai giovani che “oggi la Chiesa ha bisogno della vostra spontaneità e della
vostra apertura intuitiva alla realtà di Dio, presente tra noi. Siete voi le voci
con cui la Chiesa accoglie il suo Re cantando “Benedetto colui che viene nel nome
del Signore”. Ai giorni nostri, purtroppo – ha aggiunto il presule citato dall’Osservatore
Romano - questa innata religiosità giovanile e la ricerca di quell’eterno amore, che
è Dio, sono spesso offese e rubate. È difficile per noi lasciarci amare, perché abbiamo
paura di essere ingannati o usati. Inoltre, a volte non siamo capaci di amare” . “Diamo
più valore alle cose, al divertimento virtuale e alla comunicazione nelle reti sociali
— ha poi osservato Shevchuk — piuttosto che alle persone vive che ci sono vicine.
Tali caratteristiche della cultura di oggi ci isolano, ci fanno chiudere in noi stessi
e ci rendono incapaci di incontrare gli altri”. Per questo motivo, afferma il presule,
“i giovani contemporanei si sentono spesso profondamente soli anche in mezzo a una
folla rumorosa e allegra di amici. Non avendo incontrato il Signore, non si può incontrare
se stessi”. L’arcivescovo ricorda inoltre come Cristo “entra nella sua città, Gerusalemme,
che è ognuna delle nostre comunità, ognuno dei nostri gruppi, cuore di ciascuno di
noi”. I rami d’ulivo sono simbolo della vittoria sull’isolamento e sulla solitudine,
sono un “segno verde di risveglio, aria fresca di primavera che frantuma stereotipi
e pregiudizi, prevale su dubbi e sospetti e riconosce Colui che viene in ciascuno
di noi”. L’incontro fra Dio e l’essere umano – si legge ancora nella lettera pastorale
- è reciprocamente spontaneo: da una parte il Signore e “questo movimento di amore
del Creatore verso la sua creazione, amore che lo conduce alla sofferenza, totale
sacrificio del figlio di Dio per ognuno di noi”; dall’altra l’uomo e “questa risposta
spontanea dei giovani nell’avvicinarsi a Dio”. Sono in particolare i giovani di Gerusalemme
— sottolinea infine l’arcivescovo di Kiev — a sentire questo movimento di amore. La
loro reazione, all’ingresso di Gesù in Gerusalemme, fu “spontanea, non pianificata,
impensabile per l’élite religiosa e politica di allora”, spiega Shevchuk, ricordando
poi la risposta di Cristo ai farisei che, tra la folla, gli chiedevano di rimproverare
i suoi discepoli: “Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre”. (M.G.)