Nord Corea: carestia e carenza dei medicinali aggravano l’emergenza tifo a Pyongyang
È ormai fuori controllo l’ epidemia di febbre para-tifoidea che ha colpito la scorsa
settimana la capitale nordcoreana Pyongyang. Le autorità, sostiene una fonte dell'agenzia
AsiaNews, “sono nel panico. I medicinali per curare questa febbre, dei normali antibiotici,
si possono trovare soltanto al mercato nero a prezzi proibitivi. E avendo tagliato
dal budget nazionale le spese per la sanità pubblica, a favore dell’esercito, non
hanno soldi in cassa per frenare l’epidemia”. Non meno allarmante la testimonianza
di una fonte del North Korean Daily secondo cui “la malattia è apparsa l’autunno dello
scorso anno. Fino ad ora era abbastanza limitata, soprattutto nelle campagne che costeggiano
la capitale, ma ora è dovunque. In alcune aree c’è un malato ogni due famiglie e il
governo non sa cosa fare”. La febbre para-tifoidea, nota anche come “paratifo”, è
un’infezione provocata dai batteri della salmonella. Si trasmette attraverso cibo
contaminato o acqua sporca, ma può essere veicolata anche tramite gli insetti comuni.
È abbastanza frequente negli Stati sottosviluppati ed è molto contagiosa. Il miglior
trattamento è l’isolamento del paziente e la disinfestazione delle aree colpite: una
procedura impossibile in una nazione dove ogni essere umano è costretto a lavorare
per sopravvivere. Il tutto è aggravato dalla malnutrizione praticamente endemica nel
Paese. A tal proposito un dissidente, al momento residente in Corea del Sud, ricorda:
“Nel 1997 circa 800 persone morirono di questa malattia nella provincia di Yangkang.
Allora come oggi, per la carestia, le difese immunitarie della popolazione erano ai
limiti storici. Inoltre i medicinali che passa lo Stato vengono dalla Cina, e tutti
sanno che non ci si può fidare molto”. La fonte di AsiaNews conclude: “In altri tempi,
tramite Organizzazioni non governative, potevamo aiutare inviando antibiotici e cibo
a sufficienza per fermare dal lavoro i malati. Oggi, con il blocco imposto dopo i
disastrosi attacchi ordinati dal regime, questo è impossibile. Sappiamo bene che qualunque
cosa possiamo inviare finirà nelle mani dei soldati”. (M.G.)