In Italia, il leader degli insorti libici, Mustafa Adbel Jalil
In Libia, proseguono i bombardamenti delle truppe di Gheddafi su Misurata, anche se
il regime ha accettato l’ingresso nella città di aiuti umanitari dell’Onu. Aperto
anche un nuovo corridoio umanitario nell’ovest del Paese. Oggi, intanto, in Italia
è arrivato il presidente del Consiglio nazionale di transizione libico, Mustafa Abdel
Jalil, che ha incontrato il ministro degli Esteri, Franco Frattini e poi il capo dello
Stato, Giorgio Napolitano. Domani vedrà a Parigi il presidente Sarkozy. Alla conferenza
stampa congiunta di Frattini e Jalil era presente per noi Debora Donnini:
L’Italia
accoglie, dunque, ufficialmente il capo dei ribelli libici, ormai il principale antagonista
di Muhammar Gheddafi. Non solo. L’Italia, dice Franco Frattini,
intende spiegare agli altri Paesi europei e del mondo, perché anche loro dovranno
presto riconoscere il Consiglio nazionale transitorio libico da cui nascerà la nuova
Libia:
“Con questa lunga giornata, il presidente Abdel Jalil ha già
confermato nel nostro incontro il suo impegno e quello del governo del Consiglio nazionale
di Bengasi ad andare avanti nella strada della democrazia, della lotta al terrorismo
e ad ogni forma di estremismo nella ricostruzione della Libia, nel contrasto all’immigrazione
clandestina. Ha parlato di una vera e propria 'linea rossa' contro i trafficanti di
esseri umani e, da parte sua, l’Italia conferma amicizia, stima e sostegno al popolo
libico”.
Ribadito anche l’impegno internazionale italiano. Il Gruppo
di contatto sulla Libia, che si riunirà il 2 maggio a Roma discuterà, spiega Frattini,
anche dell’invio di strumenti per l’autodifesa, come attrezzature per le intercettazioni,
radar e rivelatori notturni. Confermati anche i trattati internazionali fra cui quello
italo-libico. La situazione sul terreno resta, comunque, difficile. Frattini riferisce
quanto gli ha spiegato lo stesso Jalil: dall’inizio del conflitto in Libia, ci sono
stati 10 mila morti e oltre 50-55 mila feriti. Il responsabile della Farnesina promette,
dunque, di aumentare il numero dei malati gravi che possono venire in Italia e si
sta valutando l’invio di un altro team di medici in Libia. Anche i sostenitori di
Gheddafi in pericolo di vita saranno aiutati perché questo, afferma il ministro, è
il germe della democrazia.
Alla conferenza stampa è intervenuto anche
Jalil…
(parole in arabo)
Il capo degli insorti conferma
cooperazione e amicizia che saranno offerti in primo luogo a Italia, Francia e Qatar,
quindi anche a Stati Uniti e Gran Bretagna, a seconda del sostegno dato fino a oggi.
Jalil ribadisce le difficoltà: gli attacchi aerei contro le truppe di Gheddafi non
sono sufficienti e in questo modo non c’è protezione totale per i civili.
Presente
anche il responsabile della politica estera del Cnt, Ali al Isawi, che dichiara: fra
i ribelli e il regime di Gheddafi attualmente non c’è alcuna mediazione. In Libia,
infatti, proseguono i combattimenti. Le truppe del rais continuano a bombardare Misurata,
ultima roccaforte degli insorti. In Tripolitania si parla ancora di morti e feriti.
Oggi però il regime ha consentito l’ingresso nella città di aiuti umanitari dell’Onu.
Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite è riuscito ad aprire un nuovo
corridoio umanitario nell’ovest del Paese, gli aerei della coalizione multinazionale
hanno lanciato missili aria-terra su Tripoli e Sirte. (mg)