Libia: prosegue l’assedio delle truppe di Gheddafi a Misurata e Ajdabia
In Libia, le truppe fedeli a Gheddafi continuano ad assediare Misarata e Ajdabia.
Le due città sono ancora saldamente nelle mani degli insorti, ma bilancio a due mesi
dall’inizio dei combattimenti è pesantissimo: fonti ospedaliere parlano di almeno
mille morti e 3000 feriti. Intanto, nella comunità internazionale si torna a parlare
di una soluzione non militare che contempli un esilio per Gheddafi, ma il figlio del
colonnello esclude ogni dialogo prima della cacciata degli insorti. Il servizio di
Marco Guerra:
Per il sesto
giorno consecutivo, Misurata, ultima roccaforte dei ribelli in Tripolitania, è sotto
i bombardamenti delle forze governative. Gli insorti presenti in città riferiscono
di almeno 17 morti e 100 feriti, per lo più civili, provocati dagli attacchi delle
ultime 24 ore. Sotto assedio, più ad est, anche la città di Ajdabia, ultima linea
di difesa dei ribelli lungo la direttrice che conduce a Bengasi. Stamani, gli insorti
libici hanno respinto l’ennesimo assalto dei soldati di Gheddafi, ma testimoni rifirscono
di colonne di veicoli in fuga verso est, mentre nel cielo volteggiano almeno due jet
della Nato per individuare le postazioni di artiglieria e missili dell'esercito libico.
Aerei Nato in azione anche a Tripoli, colpiti alcuni obiettivi nella zona sud ovest
della capitale. Sul fronte diplomatico restano le divisioni della coalizione dopo
la girandola di vertici della settimana scorsa e si fa largo l’ipotesi che la guerra
possa allungarsi molto più del previsto. Per questo motivo, il ministro della Difesa
italiano, La Russa, volato oggi negli Usa per discuterne con il suo omologo Bob Gates,
si è detto ottimista riguardo a un eventuale sbocco non militare del conflitto. Il
figlio di Ghedaffi, Saif al Islam, apre invece a colloqui di riconciliazione nazionale,
ma è un appello destinato a cadere nel nulla dal momento che pone come base del dialogo
la completa disfatta degli insorti. Infine, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon,
ha annunciato una missione umanitaria a Tripoli per far fronte al mezzo milione di
sfollati a causa del conflitto.
Striscia di Gaza, commemorazioni Arrigoni Resta
alta la tensione tra Israele e la striscia di Gaza. Stamani, un razzo sparato dai
Territori palestinesi ha raggiunto le vicinanze di un villaggio nel Neghev occidentale,
senza provocare danni né vittime. Fonti locali aggiungono che un'unità dell'esercito
israeliano ha risposto all'attacco con una cannonata. Sempre stamani, nella striscia
di Gaza stamani si è tenuta la commemorazione solenne dell’attivista italiano, Vittorio
Arrigoni, ucciso da un gruppo estremista salafita. La salma del volontario ha lasciato
l'ospedale di Gaza ed è portata in corteo verso il valico di Rafah, da dove entrerà
in territorio egiziano per poi raggiungere l'Italia. Arrigoni è stato ricordato anche
da don Hernandez, parroco cattolico a Gaza, secondo il quale nella Striscia si è ridotta
la presenza di cooperanti.
Siria Proseguono le violenze in Siria
tra le forze di sicurezza e i manifestanti antigovernativi, nonostante l’annuncio,
da parte del presidente Assad, della revoca dello stato di emergenza in vigore da
48 anni. Le Forze di sicurezza siriane hanno ucciso tra gli 8 e i 14 manifestanti
nella città di Homs, in seguito agli scontri scoppiati durante la notte dopo la morte
di un leader tribale in carcere. Nella città di Talbiseh, un poliziotto è stato ucciso
e altri 11 sono rimasti feriti da un gruppo di persone armate. Intanto, fanno discutere
le rivelazioni, diffuse da Wikileaks, secondo cui il Dipartimento di Stato americano
avrebbe finanziato gruppi dell'opposizione siriana e loro progetti. Nei cablo, si
farebbe riferimento alla rete di esiliati siriani con base a Londra, il Movimento
per la giustizia e lo sviluppo cui il dipartimento di Stato Usa dal 2006 avrebbe versato
fino a sei milioni di dollari per finanziare altre attività in Siria, come scrive
il Washington Post.
Egitto La Procura della Repubblica de Il Cairo
ha deciso oggi il trasferimento dell’ex presidente Mubarak in un ospedale militare,
dove rimarrà in custodia in attesa che venga interrogato dai magistrati. Ricoverato
da alcuni giorni all’ospedale internazionale di Sharm al Shaikh, Mubarak e i due figli
Alaa e Gamal devono rispondere dell’accusa di corruzione e di aver ordinato la repressione
violenta delle manifestazioni che hanno poi portato alla caduta del regime. Intanto,
è iniziato l’interrogatorio dei figli dell’ ex presidente nel carcere del Cairo.
Yemen Ancora
violenze nello Yemen. Nella città di Hudaida alcuni poliziotti in borghese hanno attaccato
oggi migliaia di manifestanti, riversatisi in strada per chiedere le dimissioni del
presidente Saleh, da 32 anni al potere. Circa 15 persone sono rimaste ferite.
Bahrain Dopo
il duro monito giunto dai Paesi del Golfo contro l’Iran, accusato di ingerenza nelle
tensioni del Bahrein, oggi Teheran ha accusato gli Stati Uniti di creare tensioni
tra Paesi arabi. Un piano, secondo il presidente Ahmadinejad, che mette contro sciiti
e sunniti, ma che è destinato a fallire. Intanto, in una lettera inviata al segretario
generale dell’Onu, Ban Ki-moon, il ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi,
ha chiesto l’intervento del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in merito alla
repressione di manifestazioni antigovernative da parte del governo del Bahrain. “La
rivolta è identica a quelle di Tunisia ed Egitto – ha scritto Salehi – una rivolta
della maggioranza della popolazione che porta avanti rivendicazioni legittime”.
Afghanistan Non
si ferma la violenza in Afghanistan. Un commando terroristico di attentatori suicidi
ha preso d'assalto questa mattina la sede del Ministero della difesa, a Kabul, uccidendo
due persone e ferendone altre sette. Fra le vittime, il capo della sicurezza del viceministro
della Difesa, mentre il segretario del comandante delle Forze armate afghane sarebbe
rimasto ferito. I talebani hanno rivendicato l’attacco che avrebbe avuto come obiettivo
il ministro della Difesa francese, Gerard Longuet. Le autorità di Parigi smentiscono
la notizia e informano che al momento dell’attacco il ministro si trovava in visita
al contingente francese di stanza nella base di Bagram. Sempre oggi, sei poliziotti
sono rimasti uccisi per lo scoppio di una bomba nella provincia di Ghazni, che ha
colpito il veicolo sul quale viaggiavano.
Iraq E’ di almeno 5 morti
e 20 feriti il bilancio di un doppio attentato kamikaze avvenuto stamani nel centro
di Baghdad, nel quartiere dove hanno sede numerose ambasciate e uffici del governo.
L’attentato dinamitardo aveva come obiettivi un comandante dell’esercito e un funzionario
del Consiglio presidenziale. Intanto, l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i
diritti umani, Navi Pillay, ha condannato oggi le Forze armate irachene per l’incursione
all’interno di un campo di rifugiati iraniani, che lo scorso venerdì ha causato la
morte di 34 persone. “Chiunque sia stato responsabile di un uso eccessivo della forza
deve essere perseguito” ha detto la Pillay, chiedendo un’inchiesta “trasparente”.
Burkina
Faso: ammutinamenti estesi ad una quarta città Il movimento dei soldati che
da quattro giorni si sono ammutinati nello Stato africano del Burkina Faso si è esteso
ad una quarta città, quella di Kaya, nel centro del Paese. La rivolta scoppiata nelle
caserme è originata essenzialmente da problemi economici. Ieri, il presidente Blaise
Campaorè aveva annunciato la nomina di nuovi capimilitari.
Ungheria, riforma
della Costituzione L’Ungheria va verso l’adozione di una nuova Costituzione.
Il testo viene votato oggi dal parlamento di Budapest. E non mancano le polemiche.
Ci riferisce Giovanni Del Re:
E’ davvero
radicale la riforma costituzionale che si accinge a varare oggi il partito del premier
ungherese, Viktor Orban, il quale detiene i due terzi dei seggi in parlamento. In
esso si prevedono strumenti che secondo i critici sono destinati a cementare il potere
del Fides, il partito di Orban, ben oltre questa legislatura. Così viene creata una
Commissione speciale, che può mettere il veto al bilancio approvato in parlamento.
Una commissione i cui membri vengono eletti dall’attuale parlamento, per ben nove
anni. Se entro 30 giorni non si supera il veto della Commissione, inoltre, il presidente
della Repubblica può sciogliere l’aula. Vengono fortemente ridotti poi i poteri della
Corte costituzionale, mentre la magistratura viene sottoposta al controllo di una
nuova istituzione eletta dall’attuale parlamento per nove anni. Inoltre, nel nuovo
testo si indica specificamente il fiorino come valuta: per cambiare questa regola
ci vorrà una maggioranza di due terzi, il che renderà estremamente difficile per Budapest
adottare, un giorno, l’euro.
Italia, operazione antimafia Nuova
operazione antimafia in Sicilia. I carabinieri di Siracusa hanno arrestato il reggente
della cosca mafiosa, Nardo di Lentini, e un suo luogotenente. In corso anche il sequestro
di beni per un valore di circa 20 milioni di euro nei confronti di un esponente di
vertice dello stesso clan. Intanto, Massimo Ciancimino continua a lanciare accuse,
parlando di un passaggio di denaro al gruppo politico del ministro Romano. Alessandro
Guarasci:
Un 2011 iniziato
bene e che sta proseguendo altrettanto bene. La lotta alla mafia deve vedere tutte
le istituzioni cooperare. Ne è convinto il procuratore nazionale antimafia, Piero
Grasso:
“Diciamo che l’azione repressiva produce i suoi effetti,
i suoi risultati: magistratura e forze dell’ordine hanno ottenuto risultati che hanno
veramente del miracoloso rispetto ai mezzi che hanno a disposizione”.
Il
punto nodale rimangono i sequestri dei beni dei mafiosi. Al 31 dicembre 2010, risultavano
emessi quasi 9900 provvedimenti, per il 41% in Sicilia. Il loro riutilizzo a volte
è difficile per effetto delle ipoteche che gravano su questi beni. Ancora Grasso:
“Sotto
questo profilo, ci vorrebbe una volontà delle banche di compiere un atto di liberalità,
di cancellare tutte le ipoteche. Ma forse, non rientra nei fini istituzionali delle
banche…”.
Per Grasso, la Chiesa continua ad avere un ruolo importante
nella lotta alle mafie:
“Per noi, la Chiesa fa parte di quelle istituzioni
che debbono agire in sinergia con tutto il resto. Diciamo che da padre Puglisi in
poi è cambiato anche l’atteggiamento della Chiesa in relazione a questi fenomeni”.
E
a Sant’Onofrio, in Calabria, c’è attesa per la processione pasquale dell’Affruntata,
dopo il monito del vescovo di Mileto, mons. Luigi Renzo, lo scorso
anno, ai boss locali dell’ndrangheta. Insomma, la criminalità organizzata non si deve
intromettere in questa festa. L’atmosfera oggi è tranquilla, dice il presule:
“Le
indicazioni che sono state date, di lasciar portare le statue della processione di
Pasqua ai giovani, è stata accolta. Prima non c’era stato un intervento anche pastorale,
di orientamento. Certo, c’è stata qualche piccola interferenza, almeno a giudicare
da alcune dichiarazioni fatte da pentiti. In effetti, sembra che una delle statue
– quella di San Giovanni – in passato venisse presa e portata da giovani, quasi come
una iniziazione, per poter essere riconosciuti nella ‘ndrangheta. Comunque, mi pare
che sia stata intrapresa una strada giusta, quella per cui l’‘Affruntata’ sia veramente
una manifestazione di pietà e di religiosità popolare molto intensa”.
Anche
le minacce al presidente di una locale squadra di calcio che porterà le statue sembra
che siano un atto di criminalità comune.(gf)
Parmalat, sentenza I
giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Milano hanno assolto le cinque
banche e sei loro funzionari imputati in relazione al reato di aggiotaggio per il
crack della Parmalat. La formula con cui sono stati assolti i manager è quella di
"non aver commesso il fatto". Esultanza dei legali in aula alla lettura del verdetto.
(Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Gabriele Papini)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 108