2011-04-18 15:01:11

Giappone: nuova allerta radioattività nella centrale di Fukushima


In Giappone nuovo stato d’allerta a causa dell’aumento della radioattività nella centrale di Fukushima; un dato che contrasta con le rassicurazioni della Tepco, la società che gestisce gli impianti atomici, sulla possibilità di raffreddare i reattori e stabilizzare la situazione nel giro di 6-9 mesi. Sui reali rischi, Giancarlo la Vella ha sentito il collega Stefano Vecchia, rientrato da poco da Tokyo:RealAudioMP3

R. – Certamente, l’aumento di radiazioni c’è ed è notevole all’interno dei reattori numero 3 e numero 1. Non è una novità, purtroppo, nel senso che ormai è certo che alla base di questi reattori come, peraltro, anche alla base del numero 2 e del numero 4, si è accumulata acqua altamente inquinata dalle radiazioni. Il problema è che nel momento in cui si interviene da un lato cercando di raffreddare i reattori, dall’altro cercando di evacuare l’acqua contaminata, si vengono a creare situazioni momentanee di emissione di nuove radiazioni. Questo è inevitabile ed è purtroppo un’altalena che dura ormai da settimane.

D. – Nonostante le rassicurazioni che giungono dai tecnici della Tepco - l’azienda che controlla i reattori di Fukushima - si ha la sensazione che il nucleare sia qualcosa di incontrollabile. E’ così?

R. – E’ parzialmente così e questa sensazione è ancora aggravata dal fatto che il Giappone stesso - che ha una tecnologia estremamente avanzata e dei livelli di sicurezza altamente elevati, nonostante la crisi in corso - faccia fatica a controllare la situazione. Teniamo presente che è una situazione che nasce da fattori assolutamente anomali e quindi anche l’intervento risulta estremamente difficile. Però il fatto che la lotta contro le radiazioni continua ed è costante da oltre un mese, e che in qualche modo abbia qualche successo, nel senso che le radiazioni sono state contenute, fa capire che la crisi è realmente difficile; fosse successo in un altro Paese forse ci si sarebbe trovati davanti ad una situazione di gravità ancora superiore.

D. - Il Giappone sta pensando ad energie alternative a questo punto o si pensa comunque al nucleare, sia pure in maniera più sicura?

R. – Io direi che è un’estrema minoranza di giapponesi che pensa ad un’alternativa seria al nucleare perché l’esperienza di questi decenni ha visto nel nucleare una fonte di energia non soltanto sicura per il Giappone ma estremamente efficiente, estremamente conveniente. D’altra parte, la stessa formazione del territorio giapponese permette poche alternative. Già il Paese è fortemente dipendente dal petrolio. Quindi, chiaramente, si tenterà un nucleare più sicuro se è ancora possibile, forse ridotto a livello di percentuale sulla necessità di fabbisogno energetico, però certamente non ha un’alternativa.

D. – Ci avviciniamo al 25.mo anniversario della tragedia nucleare di Chernobyl. Sia pure non dal punto di vista prettamente tecnico, però si può fare un parallelo dal punto di vista dell’allarme mondiale che sia Chernobyl che Fukushima hanno causato?

R. – Certamente, però tenendo presente che Chernobyl è il precedente e che l’allarme di Fukushima è stato un allarme anche alzato a livello di soglia avendo presente Chernobyl. Nel momento in cui le autorità hanno dichiarato un settimo grado di rischio, cioè il massimo del rischio possibile, hanno avuto come riferimento Chernobyl, non la situazione giapponese, che in sé è potenzialmente anche più pericolosa, ma nella realtà attualmente lo è molto meno di quella di Chernobyl. Teniamo presente che l’emissione di radiazioni registrata è intorno al 10 per cento finora di quella emessa dalla centrale ucraina. (bf)







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