Forte affermazione dei nazionalisti euroscettici in Finlandia
I conservatori della Coalizione nazionale hanno vinto al fotofinish le elezioni politiche
di ieri in Finlandia, ma, superando ogni previsione, il partito populista nazionalista
ed euroscettico di estrema destra dei Veri Finlandesi è balzato al terzo posto, dopo
i Socialdemocratici. Secondo alcuni analisti, l’affermazione dei Veri Finlandesi del
leader Timo Soini pone una possibile ipoteca sulla politica europea di Helsinki e
sul salvataggio finanziario dei Paesi Ue in difficoltà. Quali ripercussioni potrebbero
dunque esserci per Paesi quali il Portogallo? Giada Aquilino lo ha chiesto
a Carlo Altomonte, docente di Economia e integrazione europea all’Università
Bocconi di Milano:
R. - Nel
breve periodo sicuramente ci sarà un probabile ritardo nel negoziato che attualmente
il Portogallo sta conducendo con la Commissione Europea per le condizioni legate al
prestito del Fondo di stabilizzazione europeo. Quindi è verosimile che le condizioni
saranno, in qualche modo, irrigidite o i tassi di interesse richiesti potrebbero essere
magari un po’ più alti di quelli previsti. Nel medio periodo, potremo dare una valutazione
nel momento in cui questi partiti dovessero prendere sempre di più piede in Europa
e condizionare l’azione dei governi nella gestione della fase della crisi del debito.
D. - Dopo il recente successo della destra radicale in Svezia, ora
il trionfo dei nazionalisti in Finlandia è un segnale dal Nord Europa: cioè c’è una
spaccatura con il resto dell’Unione?
R. - No, non mi pare. Se guardiamo
bene, in realtà, l’estrema destra è in ascesa anche in Francia: addirittura la signora
Le Pen è data, da alcuni sondaggi, in testa nelle presidenziali francesi; è al governo
di fatto in Olanda; e, in effetti, in Germania non c’è, perché il governo progressivamente
si è spostato su posizioni oltranziste rispetto alla stabilità dei conti pubblici.
Questo, quindi, secondo me è un qualcosa che sta permeando tutta l’Europa. Devo dire,
però, che è in parte anche dovuto alla mancanza di chiarezza e di trasparenza dei
governi attualmente in carica. Di fatto non è stato detto ai cittadini europei che
il salvataggio di questi Paesi periferici dell’area dell’Euro è in realtà il salvataggio
delle banche europee. Se noi andiamo a vedere chi aveva i titoli del debito pubblico
greco, portoghese ed irlandese, in massima parte questi titoli erano nelle banche
tedesche, francesi e del Regno Unito. Quindi si vogliono dare le colpe - che sicuramente
hanno - ai “Paesi periferici”, vendendo la cosa come un gesto di generosità, ma non
si spiega ai cittadini europei che, in realtà, il vero problema è il fatto che, se
non si salva la Grecia, se non si salva il Portogallo, salta per aria il sistema bancario
europeo di tutti i Paesi, partendo dalle banche tedesche. Secondo me, quest’ondata
di movimenti - diciamo - di estrema destra è la risposta naturale dei cittadini a
tale mancanza di chiarezza, che è stata portata avanti dai governi. (mg)