2011-04-16 15:48:58

Mondo arabo in movimento: proteste e riforme in Siria, Giordania e Algeria


Secondo fonti istituzionali, il presidente della Siria, Bashar al Assad, pronuncerà un discorso oggi in occasione della prima riunione del nuovo governo, formato giovedì sull'onda della contestazione delle piazze. Intanto, l'agenzia ufficiale Sana fa sapere che un poliziotto siriano è rimasto ucciso ieri, colpito da “bastoni e pietre”, durante una manifestazione contro il regime nella città siriana di Homs. Ieri, secondo testimonianze di dissidenti, almeno 4.000 persone sono scese in piazza a Homs, 180 km a nord di Damasco, chiedendo libertà. Le forze di sicurezza siriane sono intervenute per disperde la manifestazione.

Settanta islamici sono stati arrestati nel nord della Giordania, dopo le violente manifestazioni di ieri in cui decine di persone, in gran parte agenti, sono state ferite. I sospetti, membri del movimento salafita (sunniti ultraconservatori), sono stati arrestati ieri a Zarqa teatro degli scontri e nella vicina città di Rassifeh, qualche ora dopo che i manifestanti avevano attaccato la polizia. In un primo momento, erano state fermate 120 persone: 50 sono state successivamente liberate, mentre 70 restano sotto interrogatorio, ha detto una fonte che ha voluto conservare l'anonimato. Secondo un militante del movimento salafita, tra gli arrestati figurano 22 suoi aderenti compreso il capo Abdul Shahatah al-Tahawi.

Il presidente algerino, Bouteflika, ha annunciato un programma di riforme politiche che prevede, entro un anno, una modifica della Costituzione, della legge elettorale, di quella sui partiti politici e della normativa sui media. In un discorso molto atteso, il primo dopo le sollevazioni popolari che stanno scuotendo il mondo arabo, Bouteflika ha precisato che queste riforme dovranno essere realizzate prima delle “prossime scadenze elettorali” del maggio dell'anno prossimo. Nel 2009, la Costituzione del 1996 è stata leggermente emendata per consentire all'attempato presidente (74 anni) di farsi eleggere per un terzo mandato.







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