La Francia apre le frontiere ai tunisini col permesso temporaneo italiano
Hanno passato i controlli della polizia francese, alla stazione di Mentone, i tunisini
che questa mattina hanno ritirato i permessi di soggiorno temporaneo al commissariato
di Ventimiglia. La gendarmerie è salita sul treno, ha controllato i documenti e ha
fatto proseguire i migranti verso Nizza. I tunisini, una ventina in tutto, sono stati
controllati due volte dalla polizia francese, a Garavan e a Mentone. Tra loro soltanto
due sono stati fatti scendere dal treno, perché non avevano il permesso di soggiorno
temporaneo.
Intanto, duecento migranti nordafricani sono arrivati oggi in Lombardia
inviati dal Ministero dell’Interno. Si tratta di maschi, tunisini, sbarcati nelle
scorse settimane sulle coste italiane. Secondo l’accordo stabilito in Prefettura ieri
a Milano, 99 saranno ospitati nelle strutture delle Caritas lombarde o alle Caritas
collegate. In particolare le accoglienze saranno cosi distribuite: 25 a Bergamo, 7
a Brescia, 15 a Como, 30 a Cremona, 10 a Pavia, 12 a Varese. Tutti i migranti hanno
ricevuto o riceveranno il permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari che
dà loro diritto a rimanere regolarmente nel nostro Paese per almeno 6 mesi. A loro
sarà garantito vitto e alloggio e accompagnamento sociale grazie alle risorse economiche
stabilite nel quadro di un accordo con le istituzioni. I migranti ospitati saranno
liberi di entrare e uscire dai centri nei limiti dei regolamenti delle strutture di
accoglienza tutte custodite anche di notte da operatori sociali. «Permesso di soggiorno
e accoglienza diffusa sono stati i requisiti chiesti da Caritas sin dall’inizio per
affrontare l’emergenza degli sbarchi di questi mesi. Questi principi sono alla base
del piano di intervento deciso in Prefettura ieri a Milano Per questo siamo stati
ben lieti di offrire la nostra piena collaborazione alle istituzioni - ha dichiarato
don Roberto Davanzo, delegato regionale delle Caritas Lombarde -. Ora affinché questa
accoglienza sia la più dignitosa e civile possibile occorre che anche le comunità
locali e in particolare le comunità ecclesiali facciano la loro parte, secondo quello
spirito che ci è stato ricordato anche recentemente dai vescovi lombardi. Sono certo
che le parrocchie, i gruppi di volontariato cattolico non faranno venire meno il loro
sostegno». Questa prima tanche di arrivi non ha esaurito la disponibilità immediata
delle Caritas della Lombardia che hanno offerto sin dall’inizio 180 posti in strutture
già predisposte all’accoglienza.