Indonesia: a sei mesi dall’eruzione del Merapi migliaia di persone ancora senza assistenza
In Indonesia la maggior parte dei 130mila sfollati che hanno perso la casa dopo l’eruzione
del vulcano Merapi, a Giava centrale, sono ancora senza tetto e hanno bisogno di assistenza.
E’ quanto afferma il Jesuit Refugees Service nel Paese attraverso un rapporto diffuso
dall’agenzia Fides, secondo il quale a sei mesi dalle prime eruzioni, l’attività del
vulcano prosegue, impedendo a migliaia di famiglie di ritornare a una vita normale.
Dopo la prima eruzione dell’ottobre 2010, il Servizio dei Gesuiti si è mobilitato,
assieme alla Caritas locale, assicurando assistenza ai rifugiati sistemati in 13 campi
profughi allestiti dal governo. I volontari portano cibo, medicine, coperte, vestiario
ad oltre 75mila persone che desiderano tornare alle loro case, ma sono impossibilitate
a farlo. Tuttavia la prolungata emergenza ha colpito soprattutto i gruppi più vulnerabili,
come donne, bambini e anziani, mentre l’assenza di lavoro e di sostentamento ha messo
in crisi migliaia di persone che pensano di abbandonare l’area e trasferirsi in altre
zone dell’Indonesia. Le organizzazioni non governative impegnate sul terreno chiedono
maggiore attenzione alle autorità per venire incontro a oltre 100mila persone vittime
del disastro, che intendono abbandonare la condizione di sfollati. (E.B.)