Il cardinale Erdö: il celibato dei preti è una libera scelta d’amore
La Chiesa ha “una visione nettamente positiva del celibato, che non appare più una
rinuncia difficile, ma il frutto di una libera scelta d’amore, continuamente da rinnovare”.
In questo modo il cardinale Peter Erdö, arcivescovo di Esztergom-Budapest e primate
d’Ungheria, parla del celibato dei preti. Lo ha fatto sulle colonne dell’Osservatore
Romano, durante la recensione del libro di Arturo Cattaneo dal titolo ‘Preti sposati?
30 domande scottanti sul celibato sacerdotale’. Volendo “individuare un filo rosso
fra le ragioni che hanno portato la Chiesa — guidata dallo Spirito Santo — ad acquisire
la consapevolezza delle molteplici e importanti ragioni a favore del celibato – sottolinea
il porporato –, va certamente ricordato l’esempio della vita di Cristo. Esso ha illuminato
la vita della Chiesa sin dai primi secoli, come testimonia la ricerca storica: dai
primi secoli cristiani abbiamo diversi documenti che indicano una disciplina, che,
a partire dall’ordinazione, richiedeva l’impegno della continenza — o astinenza —
poi ci si è orientati a richiedere quello del celibato”. Un ideale che, ricorda il
cardinale Erdö, “vive chiaramente anche nel mondo ortodosso e nelle Chiese cattoliche
orientali che apprezzano tutte la vita monastica e che scelgono i vescovi tra i sacerdoti
celibi”. Per questo, aggiunge il primate d’Ungheria, “con sempre maggior chiarezza
il magistero della Chiesa ha effettivamente individuato la ragione teologica del celibato
sacerdotale nella configurazione del sacerdote a Gesù Cristo, Capo e Sposo della Chiesa”.
Esso insomma à “la risposta all’invito di Dio a seguire Cristo nel suo donarsi come
‘Sposo della Chiesa’, partecipando così alla paternità e alla fecondità di Dio”. “La
prospettiva biblica, teologica e spirituale, che associa il sacerdozio ministeriale
a quello di Cristo e che trae esempio dalla sua totale ed esclusiva dedizione alla
missione salvifica, è così profonda e ricca di conseguenze – precisa il cardinale
Erdö – che l’enciclica di Paolo VI sul celibato invita tutti ‘a penetrare nelle sue
intime e feconde realtà, così che il vincolo fra sacerdozio e celibato sempre meglio
appaia nella sua logica luminosa’. Una logica che permette al sacerdote di considerare
e vivere il celibato non come un elemento isolato o puramente negativo — rinuncia
difficile — ma in un senso sommamente positivo, frutto cioè di una libera scelta d’amore
— continuamente da rinnovare — in risposta a un invito di Dio a seguire Cristo nel
suo donarsi come ‘Sposo della Chiesa’, partecipando così alla paternità e alla fecondità
di Dio”. (E. B.)