Indagine di Eurostat su beni e servizi culturali nell'Unione Europea
L’Unione Europea “esporta” beni e servizi strettamente connessi alla cultura e alle
attività artistiche più di quanto ne importi. È uno dei dati che emergono da un’indagine
di Eurostat, intitolata “Cultural Statistics”, che si basa su diversi indicatori di
riferimento, quali il numero di occupati in tale ambito, i prezzi di beni e servizi,
le differenze tra i vari Paesi). Le statistiche presentate – rende noto il Sir - consentono
di illustrare i “comportamenti culturali” e i “contatti interculturali” di 500 milioni
di cittadini dell’Ue. Nella ricerca si sottolinea che “la cultura gioca un ruolo importante
nella vita quotidiana degli europei”. Lo studio, disponibile in inglese all’indirizzo
), include capitoli sulle imprese attive nel settore, sull’educazione, sulle abitudini
di lettura, sulla valorizzazione dei servizi culturali. Dallo studio emerge che gli
studenti universitari impegnati in corsi legati alle arti sono 725 mila, ossia il
3,8% del totale, con punte massime nel Regno Unito (6,8%), in Irlanda (6,6%), Finlandia
e Cipro (dati 2007/2008). Dalla ricerca si apprende anche che nel 2010 “lo 0,6% delle
esportazioni di beni dall’Europa comunitaria verso il resto del mondo riguardava prodotti
e servizi culturali”. Le importazioni, invece, si sono fermate allo 0,4%. Nella classifica
dell’export culturale e artistico primeggia il Regno Unito e per quanto riguarda i
prezzi dei beni e dei servizi culturali – come ad esempio l’ingresso ai musei o ai
concerti - nel quinquennio 2005/2010 sono cresciuti di più rispetto alla media di
tutti gli altri prezzi. Si è registrato infatti un incremento del 13,3% rispetto alla
media dell’11,9%. Il prezzo dei giornali e delle riviste è però salito del 17,5%.
I libri, infine, sono aumentati solo del 6,5%, ossia meno della media dell’inflazione.
(A.L.)