Allarme inflazione: nuove difficoltà per le famiglie
Il tasso d'inflazione a marzo è salito in Italia al 2,5%, dal 2,4% di febbraio. Lo
rileva l'Istat confermando le stime provvisorie e aggiungendo che l'aumento dei prezzi
su base mensile è pari allo 0,4%. A livello europeo, invece, il costo della vita ha
segnato una crescita del 2,7%. Sentiamo Alessandro Guarasci:
I portafogli
degli italiani sono sempre più leggeri. Il tasso tendenziale risulta il più alto dal
novembre del 2008, quando l'inflazione si attestò al 2,7%. L'aumento dei prezzi al
consumo risente dei rialzi sui beni energetici non regolamentati, come i carburanti,
e sugli alimentari. Se si va a vedere quello che è il carrello di tutti i giorni,
l’inflazione ha raggiunto il 3,2%. Sulle conseguenze per famiglie e imprese il commento
dell’economista Luigi Campiglio:
R. - Questo accrescerà ulteriormente
le difficoltà delle famiglie e probabilmente comporterà dei processi di risistemazione
interna della spesa disponibile, che potrebbero non essere un buon segnale per le
imprese che producono.
D. – A questo punto lei che cosa suggerirebbe:
una manovra fiscale per venire incontro alle esigenze delle famiglie, fermando, tra
l’altro, questo vizio di ritoccare ogni volta le accise dei carburanti?
R.
– E’ vero che i prezzi del petrolio sono aumentati in modo considerevole, ma l’ordine
di grandezza dell’aumento è all’incirca lo stesso ordine di grandezza di rivalutazione
dell’euro sul dollaro, e dato che il petrolio è pagato in dollari, la domanda è: di
quanto è realmente variato il prezzo in euro di un barile di petrolio? Non credo sia
variato di tantissimo. E’ un aumento che andrebbe a maggior ragione giustificato ai
cittadini consumatori.
Per le Associazioni dei consumatori ogni famiglia
rischia di spendere oltre 1800 euro in più. In compenso vanno bene le entrate tributarie,
nei primi due mesi dell’anno cresciute del 3,8% rispetto a un anno fa. Sotto controllo
il debito pubblico, a febbraio calato di quattro miliardi.(ap)