2.64 milioni di feti muoiono dopo la 28.ma settimana di gravidanza, soprattutto nei
Paesi poveri
Il numero annuale di bambini nati morti in tutto il mondo è il doppio rispetto alle
persone che muoiono per malattie collegate con l’Hiv. Secondo quanto riportato dal
settimanale scientifico inglese The Lancet, circa 2.64 milioni di feti muoiono dopo
la 28.ma settimana di gravidanza, prevalentemente in Paesi a basso e medio reddito.
Tra le cause principali ci sono complicazioni del parto, infezioni materne in gravidanza,
disturbi come ipertensione e diabete, la restrizione della crescita del feto e anomalie
congenite. Secondo gli esperti, per far fronte a questa piaga sociale sarebbe sufficiente
una maggiore attenzione all’assistenza prenatale. In Paesi come il Kenya, le strutture
sanitarie sono sovraffollate. Al Madiany Hospital del distretto di Rarieda, provincia
occidentale di Nyanza, medici ed ostetriche affrontano quotidianamente parti di nati
morti; gli operatori sanitari sono sopraffatti dalle mamme in attesa di tutto il distretto,
anche se le donne che si recano in ospedale per essere assistite sono solo una piccola
parte. I centri sanitari di Nyanza sono pochi e molto distanti gli uni dagli altri,
e capita che tante donne perdano i loro bambini nel corso del lungo viaggio da casa
all’ospedale, mentre altri muoiono perché le mamme decidono di partorire in casa.
Oltre la metà di tutte le donne kenyote partoriscono senza l’aiuto di personale medico
specializzato. Secondo The Lancet, circa 1.2 milioni di tutti i parti di nati morti
si verificano durante il travaglio. "In Uganda solo il 42% delle donne riceve assistenza
adeguata al parto," riferisce il coordinatore nazionale del The White Ribbon Alliance,
Ong internazionale che si occupa di salute materna. Servono un’assistenza specifica
alla nascita e cure ostetriche di emergenza; informazioni di base e accesso al servizio
sanitario per gli utenti oltre a competenze, conoscenze e risorse degli operatori
del settore. Altre misure includono la fornitura di integratori di acido folico, la
distribuzione nelle zone endemiche per la malaria di zanzariere trattate con insetticidi
e il monitoraggio abituale della sifilide durante le visite prenatali. (R.P.)