2011-04-15 14:54:26

2.64 milioni di feti muoiono dopo la 28.ma settimana di gravidanza, soprattutto nei Paesi poveri


Il numero annuale di bambini nati morti in tutto il mondo è il doppio rispetto alle persone che muoiono per malattie collegate con l’Hiv. Secondo quanto riportato dal settimanale scientifico inglese The Lancet, circa 2.64 milioni di feti muoiono dopo la 28.ma settimana di gravidanza, prevalentemente in Paesi a basso e medio reddito. Tra le cause principali ci sono complicazioni del parto, infezioni materne in gravidanza, disturbi come ipertensione e diabete, la restrizione della crescita del feto e anomalie congenite. Secondo gli esperti, per far fronte a questa piaga sociale sarebbe sufficiente una maggiore attenzione all’assistenza prenatale. In Paesi come il Kenya, le strutture sanitarie sono sovraffollate. Al Madiany Hospital del distretto di Rarieda, provincia occidentale di Nyanza, medici ed ostetriche affrontano quotidianamente parti di nati morti; gli operatori sanitari sono sopraffatti dalle mamme in attesa di tutto il distretto, anche se le donne che si recano in ospedale per essere assistite sono solo una piccola parte. I centri sanitari di Nyanza sono pochi e molto distanti gli uni dagli altri, e capita che tante donne perdano i loro bambini nel corso del lungo viaggio da casa all’ospedale, mentre altri muoiono perché le mamme decidono di partorire in casa. Oltre la metà di tutte le donne kenyote partoriscono senza l’aiuto di personale medico specializzato. Secondo The Lancet, circa 1.2 milioni di tutti i parti di nati morti si verificano durante il travaglio. "In Uganda solo il 42% delle donne riceve assistenza adeguata al parto," riferisce il coordinatore nazionale del The White Ribbon Alliance, Ong internazionale che si occupa di salute materna. Servono un’assistenza specifica alla nascita e cure ostetriche di emergenza; informazioni di base e accesso al servizio sanitario per gli utenti oltre a competenze, conoscenze e risorse degli operatori del settore. Altre misure includono la fornitura di integratori di acido folico, la distribuzione nelle zone endemiche per la malaria di zanzariere trattate con insetticidi e il monitoraggio abituale della sifilide durante le visite prenatali. (R.P.)







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