“Maria. Silenzi e parole”: presentato a Roma il nuovo libro del cardinale Lajolo
I rapporti interpersonali di Maria come vengono raccontati nei Vangeli sono al centro
del volume “Maria. Silenzi e parole”, edito dalla LEV e presentato ieri a Roma. Autore
del volume è il cardinale Giovanni Lajolo, presidente della Pontificia Commissione
per lo Stato della Città del Vaticano e presidente del Governatorato. Michele Raviart
lo ha intervistato:
R. – Questo
libro parla dei rapporti interpersonali di Maria, quali appaiono dalle sue parole
e dai suoi silenzi.
D. – Maria parla direttamente nei Vangeli solo quattro
volte…
R. – Le parole di Maria sono davvero poche, ma sono parole molto
luminose. La prima volta parla al momento dell’Annunciazione da parte dell’Angelo
Gabriele; la seconda, subito dopo, nella visita che fa alla sua parente, Elisabetta,
dove Maria canta il Magnificat e dove parla più di tutte le altre volte messe insieme;
la terza, al momento del ritrovamento di Gesù nel Tempio, quando dice: “Figlio, che
cosa ci hai fatto? Tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo?”; e, la quarta, alle
nozze di Cana, quando Maria dice a Gesù “Non hanno più vino” e, ai servi, “Fate tutto
ciò che Egli vi dirà”. Maria era la Madre del Verbo, la Madre della Parola di Dio,
non aveva bisogno di parlare molto per dire molto.
D. – Lei ha cercato
di interpretare i silenzi di Maria, dividendoli in tre categorie…
R.
– Anzitutto il silenzio impenetrabile, quello che Maria ha tenuto nei confronti di
Giuseppe, quando si è accorto che Maria era incinta, perché ciò che Dio aveva operato
in lei era così grande da non essere credibile da parte di Giuseppe o di qualsiasi
altra persona. Quindi, Dio, che aveva operato in lei un così grande mistero, avrebbe
anche attuato in lei ciò che era necessario per superare questa prova. In questo caso,
Dio stesso trovò la via d’uscita attraverso l’apparizione in sogno a Giuseppe dell’Angelo,
che gli disse: “Giuseppe, non temere di prendere Maria come tua sposa, perché ciò
che è operato in lei è opera dello Spirito Santo”.
D. – Poi ci sono
i silenzi che lei definisce trasparenti, quelli implicitamente deducibili dai Vangeli...
R.
– Supponiamo che Maria, quando stringe al seno Gesù appena nato, abbia delle parole
dolcissime per Lui. Quando Maria viveva insieme a Giuseppe, aveva delle parole che
erano le parole che ogni moglie ha per suo marito. Noi possiamo figurarci quali fossero
queste parole. La nostra contemplazione umana della figura di Maria deve poter capire
anche come si comportasse in questi frangenti naturali. Ricordiamo che Maria era in
tutto simile a noi, tranne che nel peccato.
D. – E ci sono i silenzi
delle domande che Maria si poneva su se stessa e su suo figlio…
R. –
Maria viveva per Gesù, quindi le sue domande erano rivolte soprattutto a capire il
destino di suo figlio. Questi sono i silenzi penetranti.
D. – Lei ha
dedicato questo libro a tutta le donne che lo hanno accompagnato come icone della
tenerezza di Dio…
R. – Essendo Maria una donna, anzi la donna, era ovvio
che questo libro io lo dedicassi oltre che a Maria, a tutte quelle altre donne che
nella mia vita mi hanno accompagnato. Non dimentichiamo che ogni persona che noi incontriamo
nella nostra vita è sempre una manifestazione dell’amore di Dio per ciascuno di noi.
E questo avviene sia attraverso le parole, come, ancor di più, attraverso i silenzi.(ap)