Rapporto del Centro Astalli: record negativo per le domande d'asilo in Italia
“I morti di ieri di Pantelleria sono una sconfitta, ci dovremmo indignare”. A parlare
è padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, nel presentare a Roma il
rapporto annuale 2011 sulle attività del centro, che fornisce aiuto ai rifugiati.
Dato preoccupante è la drastica diminuzione delle domande d’asilo. Alessandro Guarasci:
I gesuiti
del Centro Astalli denunciano la presenza in Italia di un clima negativo nei confronti
dei richiedenti asilo. Basta dire che le domande nel 2010 sono state appena 10.500,
contro le 17.600 del 2009 e le 30.300 del 2008. Evidente anche la drastica diminuzione
dei coloro che vengono dal Corno d’Africa, mentre aumentano curdi turchi e ivoriani.
Per padreGiovanni La Manna, presidente
del Centro Astalli, la colpa è soprattutto dei respingimenti:
“I respingimenti
hanno ottenuto l’effetto di rallentare l’arrivo ed hanno portato i trafficanti a guadagnare
più soldi, perché si sono dovuti inventare nuove rotte, più rischiose e più costose
per le persone che sono in fuga. Diventa grave quando questa misura viene venduta
anche come uno strumento per salvare le vite delle persone. Ci chiediamo come abbiamo
salvato le vite delle persone alla luce dei fatti ultimi: ieri due persone sono morte”.
Le
emergenze però continuano. Lo scorso anno, il centro Astalli a Roma ha dato assistenza
a 16 mila persone, per oltre il 70 per cento sotto i 30 anni e proveniente da Afghanistan,
Somalia, Eritrea. La mensa fornisce ogni giorno 330 pasti. Ben 386 poi le persone
vittime di tortura che hanno bussato a questa struttura. Dunque un vero universo e
per il segretario emerito del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti,
mons. Agostino Marchetto, non hanno senso le diatribe di questi
giorni tra Italia ed Europa sui permessi da dare a chi è arrivato dalla Tunisia:
“L’Italia
dovrebbe dimostrare, perlomeno, di avere solidarietà in se stessa: abbiamo dato in
questo tempo uno spettacolo certamente indecente per quanto riguarda le possibili
accoglienze in certe regioni e ci è difficile - penso io - chiedere agli altri quello
che non sappiamo fare noi”.
Secondo mons. Marchetto non meritano di
essere nemmeno commentate le dichiarazioni di alcuni leghisti che minacciamo l’uso
delle armi contro i migranti.(mg)