Messaggio ai cattolici cinesi della Commissione istituita dal Papa per la Chiesa in
Cina
Un Messaggio di sostegno e incoraggiamento ai cattolici cinesi. A rivolgerlo è la
Commissione per la Chiesa cattolica in Cina, istituita nel 2007 da Benedetto XVI,
riunita questa settimana in Vaticano per studiare le questioni di maggiore importanza
nella vita della Chiesa di questo Paese continente. Il servizio di Roberta Gisotti.
“Mossi dall’amore
per la Chiesa in Cina, dal dolore per le prove che state affrontando e dal desiderio
di incoraggiarvi” – si legge nel messaggio ai cattolici cinesi – “abbiamo constatato
il clima generale di disorientamento e di ansietà per il futuro, le sofferenze di
alcune Circoscrizioni prive di Pastori, le divisioni interne di altre, la preoccupazione
di altre ancora che non hanno personale e mezzi sufficienti per far fronte ai fenomeni
di crescente urbanizzazione e di spopolamento delle aree rurali”. Ma quello che emerge
nonostante le difficoltà – sottolinea la Commissione - è “una fede viva e un’esperienza
di Chiesa, capaci di dialogare fruttuosamente con le realtà sociali di ciascun territorio”.
Tra le difficoltà del momento si cita “il triste episodio dell’ordinazione episcopale
di Chengde”, ritenuta dalla Santa Sede, non “invalida”, ma “gravemente illegittima”,
perché “conferita senza il mandato pontificio”, quindi illegittima anche per l’“esercizio
del ministero”. La Commissione si dice tanto più addolorata perché tale ordinazione
“è avvenuta dopo una serie di consacrazioni episcopali consensuali e perché i Vescovi
consacranti hanno subito varie costrizioni”. Pressioni e costrizioni esterne che “possono
fare sì che non si incorra automaticamente nella scomunica”. E se “resta tuttavia
una ferita, provocata al corpo ecclesiale”, ogni Vescovo coinvolto è “tenuto a riferire
alla Santa Sede – sollecita la Commissione - e a trovare il modo di chiarire la propria
posizione ai sacerdoti e ai fedeli, professando nuovamente la fedeltà al Sommo Pontefice,
per aiutarli a superare la loro sofferenza interiore e per riparare lo scandalo esterno,
che è stato causato”. Per questo “la scelta di Pastori per la guida delle numerose
diocesi vacanti è un’urgente necessità e, al tempo stesso, fonte di viva preoccupazione”.
E da qui l’auspicio “che il dialogo sincero e rispettoso con le Autorità civili aiuti
a superare” le attuali difficoltà, e perché “le relazioni con la Chiesa cattolica
contribuiscano all’armonia nella società”. Nel messaggio si esprime quindi la gioia
per il fatto che la diocesi di Shanghai può avviare la causa di beatificazione di
Paolo Xu Guangqi, che si aggiunge a quella del missionario gesuita Matteo Ricci. Si
riferisce inoltre che, al termine della plenaria, il Pontefice "ha riconosciuto il
desiderio di unità con la Sede di Pietro e con la Chiesa universale che i fedeli cinesi
non cessano di manifestare, pur in mezzo a molte difficoltà e afflizioni". "La fede
della Chiesa, esposta nel Catechismo della Chiesa Cattolica e da difendere anche a
prezzo di sacrifici - si legge nel testo - è il fondamento sul quale le comunità
cattoliche in Cina devono crescere nell'unità e nella comunione". La lettera si conclude
con il pressante invito rinnovato da Benedetto XVI, a conclusione della riunione,
di dedicare il 24 maggio, festa della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, alla
preghiera per la Chiesa in Cina.