Pakistan: un altro cristiano, accusato di blasfemia, in pericolo di vita. Il 20 aprile
giornata di preghiera
Arif Masih, cristiano di 40 anni del villaggio di Chak Jhumra arrestato il 5 aprile
con l’accusa di blasfemia, “va protetto in quanto è in serio pericolo di vita”. Ad
affermarlo è la “Masihi Foundation”, organizzazione che ha assunto la difesa di Arif
e si occupa della protezione della sua famiglia. In quella zona del Punjab si sono
registrati, negli ultimi anni, 45 casi di persone accusate di blasfemia e 43 di loro
sono state uccise con esecuzioni extragiudiziali, anche prima di registrare una denuncia.
In Pakistan la legge sulla blasfemia prevede l’ergastolo in caso di dissacrazione
del Corano e la pena di morte per offese a Maometto. Sono diverse le iniziative promosse
per chiedere la modifica di questa norma. In particolare si terrà il 20 aprile, mercoledì
della Settimana Santa, una “Speciale Giornata di preghiera per Asia Bibi e per le
vittime della legge sulla blasfemia”. E’ quanto rende noto l’agenzia Fides precisando
che l’iniziativa sarà lanciata dalla “Masihi Foundation”, che si occupa anche dell’assistenza
legale della donna cristiana condannata a morte. L’auspicio - afferma Haroon Masih,
direttore della “Masihi Foundation” - è che “tutti i credenti e tutti gli uomini di
buona volontà possano unirsi in comunione di preghiera e accendere una candela, implorando
da Dio la salvezza e la liberazione di questa donna e di tutti coloro che soffrono
che per le conseguenze di false accuse di blasfemia”. All’iniziativa ha già aderito
mons. Andrew Francis, vescovo di Multan e presidente della Commissione per il dialogo
interreligioso nella Conferenza episcopale del Pakistan. “La preghiera – ha detto
il presule - è uno strumento importante per i fedeli del Pakistan, che confidano nell’opera
di Dio”. Anche in Italia si pregherà per Asia Bibi e per le vittime della legge di
blasfemia ed in particolare durante la Santa Messa che il cardinale Jean-Louis Tauran,
presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, celebrerà il 20
aprile nella cappella del Parlamento. La Fondazione Masihi lancia infine un appello
a tutte le comunità, le parrocchie, le associazioni, le congregazioni religiose, in
tutte le Chiese cristiane del mondo, perché si uniscano alla Giornata di preghiera.
Per far pervenire nuove adesioni, che si auspica possano giungere numerose dai cinque
Continenti, si può inviare un messaggio e-mail all’indirizzo specialprayerday@gmail.com
(A.L.)