Costa D'Avorio: Gbagbo arrestato dalle truppe francesi
Le forze speciali francesi della “Liocorne” hanno catturato il presidente uscente
della Costa d'Avorio, Laurent Gbagbo, dopo essere penetrate nella sua residenza-bunker
di Abidjan: lo afferma un collaboratore di Gbagbo a Parigi, ripreso dalle agenzie
di stampa. La notizia viene confermata anche da un portavoce del leader dell’opposizione
ivoriana, Ouattara. Ieri, elicotteri francesi e della Missione Onu nel Paese africano
avevano parzialmente distrutto il quartier generale di Gbagbo. Il raid - aveva affermato
un consigliere del presidente Sarkozy - era stato necessario per evitare "un bagno
di sangue". La richiesta è arrivata dalle Nazioni Unite, con l’intento di proteggere
i civili. Il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, in una nota aveva chiesto
di fare ricorso a “tutti i mezzi necessari” per bloccare l'uso di armi pesanti da
parte dei sostenitori di Gbagbo.
Yemen-Saleh: transizione pacifica Nello
Yemen, dopo mesi di proteste anti-governative, il presidente Saleh si è detto pronto
per il trasferimento pacifico dei poteri e per la formazione di un governo di unità
nazionale, come previsto dal piano di mediazione definito nei giorni scorsi dai Paesi
del Golfo Persico. Ancora nessuna reazione dell’opposizione che ha sempre rifiutato
la proposta, lamentando la garanzia dell’immunità prevista per il leader di Sanaa.
Ieri, diverse manifestazioni si sono svolte in varie città del Paese, in seguito all’uccisione
di un dimostrante avvenuta durante la repressione dei giorni scorsi.
Siria Alta
tensione in Siria. Reparti dell’esercito presidiano la città costiera di Banias, dove
ieri le milizie fedeli al presidente Al Assad hanno aperto il fuoco contro i manifestanti
uccidendone almeno cinque. A fornire il bilancio sono stati testimoni oculari e organizzazioni
umanitarie locali, che invocano l’apertura di un’indagine sulle violenze degli ultimi
giorni.
Egitto In Egitto, le autorità giudiziarie hanno chiesto l’adozione
di tutte le misure di sicurezza in vista dell’interrogatorio del deposto presidente
Mubarak e dei suoi figli, nell’ambito dell’inchiesta sulla repressione delle rivolte
di gennaio e in quella su episodi di abuso di potere. Annunciati, inoltre, provvedimenti
adeguati in caso di mancata comparizione. Ieri l’ex rais, in un’intervista alla tv
satellitare Al Arabiya, ha respinto ogni accusa mossa contro di lui e la sua famiglia.
Medio
Oriente: tregua tra Israele ed Hamas Sembra essere tornata la calma in Medio
Oriente dopo gli intensi attacchi dei giorni scorsi che hanno provocato decine di
vittime nella Striscia Gaza. Secondo la stampa locale, grazie alla mediazione di Onu
ed Egitto, Israele e Hamas avrebbero tacitamente concordato una sospensione delle
ostilità. In alcune dichiarazioni rese in queste ore, le parti hanno espresso interesse
verso questo obiettivo chiedendo garanzie reciproche. Nessun commento dai vertici
israeliani all’idea, avanzata dalla Lega Araba, di istituire una no-fly zone per impedire
il volo dei caccia israeliani sulla Striscia.
Iraq La guerriglia
in mattinata è tornata a colpire in Iraq, con un doppio attentato. Uno è avvenuto
in un affollato mercato di Falluja, nella provincia di al Anbar, dove un paio di esplosioni
hanno provocato almeno 3 morti e decine di feriti. In precedenza nella capitale Baghdad
altre tre persone hanno perso la vita a causa dello scoppio di un ordigno artigianale.
Pakistan:
La guerra in Afghanistan “sta destabilizzando il Pakistan”, sia sul fronte
della democrazia che dello sviluppo economico. Lo ha affermato il presidente pakistano
Zardari il quale in un’intervista ha espresso preoccupazione per il ritmo lento per
mettere fine al conflitto. Secondo il leader di Islamabad la classe dirigente americana
ha “una limitata comprensione dell’impatto delle politiche da essa sviluppate all’estero”.
Afghanistan:
In Afghanistan, decisa la creazione di una commissione incaricata di definire,
nel giro di una decina di giorni, i punti di un accordo strategico di lungo periodo
con gli Stati Uniti nel campo economico, militare e politico. L’obiettivo principale
del gruppo di lavoro – si è appreso a Kabul – è quello di tutelare gli interessi degli
afgani. In vista della firma dell’intesa è previsto un discorso del presidente Karzai
che segue da vicino gli sviluppi della vicenda.
Perù: elezioni presidenziali In
Perù, l’ex militare di sinistra, Ollanta Humala, ha vinto il primo turno delle elezioni
presidenziali che si sono svolte ieri: ha ottenuto il 28 per cento dei consensi, a
fronte del 64% delle schede scrutinate. Incerto, invece, il candidato che lo affronterà
al ballottaggio in programma il prossimo 5 giugno. Al momento al secondo posto c’è
l’esponente della destra Keiko Fujimori, figlia dell'ex presidente Alberto Fujimori,
che ha sorpassato l’altro candidato di destra Kuczynski.
Cina: decine di
cristiani arrestati In Cina, diverse decine di cristiani, che stavano pregando
all’aperto, sono stati arrestati ieri dalla polizia nel distretto di Haidian, a nord
di Pechino. I fedeli si erano riuniti all'esterno perché non era stato prorogato l’affitto
del locale che era diventato il loro luogo di culto abituale. Secondo diversi testimoni,
i cristiani, una volta scesi in piazza, hanno trovato l’area presidiata da centinaia
di poliziotti. In Cina sono illegali tutte le associazioni religiose che non sono
registrate presso l'apposito ufficio governativo.
Uganda: arrestato leader
opposizione In Uganda la polizia ha arrestato il principale leader dell’opposizione
locale, Besigye, mentre stava tentando di dar luogo ad una manifestazione di protesta,
nella città di Kampala, assieme ad altre decine di attivisti. Un portavoce delle forze
dell’ordine ha precisato che è stato fermato “dopo aver bloccato una strada”, mentre
la folla lanciava pietre contro gli agenti che hanno utilizzato gas lacrimogeni per
disperdere la manifestazione. Dure critiche dal Forum per il cambiamento democratico,
la coalizione di opposizione guidata da Besigye che ha condannato l’uso “eccesivo”
della forza nella repressione.
Russia: arrestati esponenti dell'opposizione In
Russia decine di attivisti delle opposizioni sono finiti in manette a Mosca durante
le manifestazioni organizzate ieri nel “Giorno della Rabbia”. Nonostante il divieto
del Cremlino almeno cento persone si sono date appuntamento nel centro della capitale
con l’obiettivo di mettersi in marcia verso i luoghi istituzionali della città.
Italia-processo
Mediaset Il premier italiano Silvio Berlusconi si è presentato stamani in aula
a Milano al processo Mediaset, nel quale è imputato, assieme ad altre persone, per
presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv e cinematografici. E' la
prima volta che il presidente del Consiglio partecipa all'udienza dibattimentale davanti
ai giudici. "La magistratura lavora contro il Paese, non per il Paese", ha detto parlando
con i giornalisti. Immediate le reazioni critiche dall'opposizione.
Fiat-Chrysler Nei
prossimi giorni, la quota Fiat in Chrysler aumenterà del 5 per cento, fino ad arrivare
al 30 per cento. Lo ha detto l’amministratore delegato della casa automobilistica
torinese, Sergio Marchionne, anticipando che l’intenzione è quella di raggiungere
il 51 per cento. Resta confermato per il 2012 il lancio dell’Alfa Romeo negli Stati
Uniti, mentre la trattativa per la ricerca di un partner in Russia procede a rilento
anche se – ha spiegato – a maggio “potrebbero esserci delle novità”. (Panoramica
internazionale a cura di Eugenio Bonanata)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LV no. 101