Brasile-Cina: prima visita di Dilma Roussef a Pechino
Cina e Brasile vogliono approfondire la loro cooperazione nell'ambito dei settori
strategici. Così il presidente brasiliano Dilma Roussef, che ha iniziato oggi un viaggio
di 6 giorni in Cina, in cui avrà colloqui con il presidente Hu Jintao e il primo ministro
Wen Jiabao. Sull’importanza di questo viaggio, Salvatore Sabatino ha intervistato
Fernando Mezzetti, esperto di Cina:
R. – L’importanza
è bilaterale, ma non soltanto: nei rapporti tra i due Paesi, l’economia ha assunto
un ruolo sempre più forte, basti pensare che negli ultimi 10 anni si è passati da
un commercio di un milione di dollari all’anno a 31 miliardi. La Cina investe in Brasile
soprattutto in materie prime, miniere e addirittura – negli ultimi anni – ha acquistato
addirittura immensi latifondi, perché Pechino ha bisogno di prodotti alimentari e
soprattutto carni, soia ed altri generi basilari per l’alimentazione.
D.
– Gli scambi commerciali e le svalutazioni competitive sono, però, i punti deboli
di questo rapporto?
R. – Il vero punto debole di questo rapporto è che
il Brasile che – come sappiamo - è in grande sviluppo economico, si trova svantaggiato
sul fronte dello sviluppo industriale di fronte alle esportazioni cinesi: l’industria
nazionale brasiliana, per certi settori, fatica a decollare a causa delle produzioni
cinesi, che sono fondamentalmente merci a basso costo e che hanno invaso il mercato
brasiliano; e con ciò diventa difficile uno sviluppo locale. La presidente brasiliana
arriva a Pechino, avendo la settimana scorsa deciso di imporre dazi doganali su un
vasto ventaglio di merci cinesi, e questo certamente sarà un nodo spinoso delle conversazioni.
Ma, d’altra parte, c’è anche una collaborazione militare tra i due Paesi: il Brasile
ha una forte industria militare e aeronautica e in questi settori stanno cooperando;
così come stanno cooperando nel settore petrolifero, perché la Cina ha bisogno di
petrolio e in Brasile c’è l’azienda nazionale brasiliana che ha fortissimi ed intensi
rapporti con la Cina.
D. – In questi sei giorni è previsto anche un
summit dei Paesi del Gruppo Bric, che vede la presenza dei leader di Cina, Brasile.
Sudafrica, India e Russia. I Paesi in via di sviluppo, insomma, fanno il punto della
situazione in un momento di grave crisi economica globale…
R. – Sono
i Paesi emergenti che hanno il vento in poppa con le loro economie. Però sanno bene
che, essendoci una crisi del mondo più sviluppato, ciò si rifletterà anche sulle loro
economie, perché vivono soprattutto di esportazioni; oppure vivono esclusivamente
di alcuni settori. All’interno di questo ambito c’è il Sudafrica, che partecipa a
questo vertice e che ha forti motivi di risentimento verso la Cina, perché - anche
lì - l’invasione di merci cinesi a basso costo ha tagliato le ali all’incipiente industria
sudafricana. (mg)