Per i vescovi indiani una “vittoria del popolo” la commissione anticorruzione
“È una vittoria del popolo”. Così mons. Vincent Concessao, arcivescovo di Delhi, ha
commentato la notizia secondo cui “il governo ha accolto le richieste dell’attivista
gandhiano Anna Hazare” in merito alla legge anticorruzione Jan Lokpal Bill. Da giorni,
infatti, il 72.enne attivista aveva iniziato uno “sciopero della fame fino alla morte”,
per protestare contro la dilagante corruzione che colpisce l’India, invitando il governo
centrale a inasprire i dettami della legge oggi allo studio, il Lokpal Bill. L’attivista
ne ha inoltre elaborato una versione personale, lo Jan Lokpal Bill, che prevede l’istituzione
di una autorità indipendente, con potere di indagine e di repressione nei confronti
dei colpevoli, inclusi i membri della classe politico-amministrativa. Il governo ha
quindi emesso una nota in cui accoglie le richieste di Anna Hazare, specificando che
verrà predisposta una Commissione congiunta formata da 10 persone, fra cui ministri,
membri della società civile e lo stesso attivista, cui toccherà il compito di elaborare
un disegno di legge per combattere la corruzione in India. L’organismo proporrà un
disegno di legge che prevede pene più severe e tutela dei poveri. La Chiesa indiana
ha sostenuto fin da subito questa battaglia, denunciando la corruzione dilagante nel
Paese. “La corruzione è immorale e sbagliata – ribadisce ad Asianews l’arcivescovo
di Delhi mons. Vincent Concessao – ed è contraria agli insegnamenti morali e sociali
della Chiesa”. Il prelato spiega che il fenomeno colpisce soprattutto poveri ed emarginati,
ma anche esponenti della classe media, impoverendo e umiliando le persone. Le attuali
leggi contro la corruzione sono “inadeguate” e “non proteggono” le vittime, spiega
mons. Concessao, che chiede infine al potere legislativo di attuare norme perché “le
voci coraggiose che denunciano casi di corruzione non vengano spente”. (L.G.)