Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
In questa quinta Domenica di Quaresima, la liturgia ci propone il Vangelo della risurrezione
di Lazzaro. Marta e Maria piangono il fratello morto. Quando arriva Gesù, Maria si
getta ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non
sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
Gesù le risponde:
“Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me,
anche se muore, vivrà”.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento
del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia
Università Gregoriana:
“Signore,
ecco, colui che tu ami è malato”. Rispondendo a questo appello angosciato delle sorelle
di Lazzaro, Marta e Maria, Gesù non solo dimostra la sua amicizia, ma anche sa di
andare incontro ad un rischio mortale. Va a mettersi proprio in mano a coloro che
lo volevano eliminare, e aspettavano che tornasse a Gerusalemme. Le due vicende si
sovrappongono in questo episodio: la morte di Lazzaro e la morte di Gesù. E in tutte
e due c’è un senso di mistero: se Gesù amava tanto Lazzaro e le sue sorelle, perché
ha tardato a farsi presente? È la domanda che si fanno anche i giudei; ma che ci facciamo
anche noi tante volte di fronte alla sofferenza che ci scortica la vita. Perché, Signore,
non ti sei fatto vivo? Una domanda radicale, e ingigantita, che Gesù stesso farà al
Padre dalla Croce: “Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Nel pianto e nell’urlo davanti
al sepolcro di Lazzaro – “Lazzaro, vieni fuori!” – e in quell’urlo finale sulla Croce,
c’è tutta la fatica e la solidarietà del Figlio di Dio con le nostre tenebre. Ma non
è un urlo che rimbomba a vuoto: il Padre lo ascolterà e la vita trionferà. Lazzaro,
morto e sepolto esce dalla tomba ancora avvolto in bende. E con la sua risurrezione
profetizza la risurrezione definitiva di Gesù, la vittoria su ogni morte, grazie al
suo amore per la vita. Sì, la vita trionfa!