Per tutti resta sempre il “male oscuro”. Qualcosa che viene da dentro e per questo
fa più paura. Ma conta anche dove e come vivi. La depressione colpisce di più chi
risiede nelle grandi città. Si ammala il 4 per cento degli uomini e il 9 per cento
delle donne. A rischio chi abita nei quartieri periferici, in case degradate, tra
le cause il senso di insicurezza, la criminalità, la povertà. Su questo tema si è
chiuso ieri nell’auditorium della Casa dell’Energia in Piazza Po a Milano, il Congresso
internazionale sulla depressione nelle grandi città. E’ la prima volta che in Italia
si sono riuniti i più grandi esperti di salute mentale per discutere del rapporto
tra l’ambiente, le condizioni sociali e la depressione “Si è assodato che l'ambiente
ha enormi responsabilità in termini di disturbi mentali”, spiega Mariano Bassi, primario
di Psichiatria all'Ospedale Niguarda di Milano e organizzatore del convegno. “In alcuni
miei studi ho ravvisato un diverso tono dell'umore tra gli abitanti di una quartiere
e un altro”. Da un recente studio dell’equipe del professor Bassi – Milano è stata
suddivisa in 88 zone – è emerso un aumento del rischio di disturbi mentali nei quartieri
più poveri e deprivati della città. La ricerca è stata confortata anche da altri studi,
realizzati nelle città degli Stati Uniti, che hanno confermato la correlazione tra
il fatto di risiedere in un quartiere svantaggiato e una maggiore prevalenza di disturbi
depressivi, indipendentemente dalla presenza di variabili individuali nei cittadini.
Altre ricerche ancora hanno preso in considerazione la relazione tra caratteristiche
urbanistiche dei quartieri e l’incidenza dei disturbi mentali. (A.L.)