Giappone: almeno quattro morti per una nuova scossa sismica
La terra è tornata a tremare ieri nel nordest del Giappone con una potente scossa
di magnitudo 7.4 sulla scala Richter, seguita da un allarme tsunami. Sono almeno quattro
le persone morte a causa del nuovo sisma. E ai timori per possibili, ulteriori danni
alla centrale nucleare di Fukushima, si sono aggiunti quelli per la fuoriuscita di
acqua radioattiva da un altro impianto. In Europa, intanto, monta il dibattito sul
nucleare: i gruppi politici al Parlamento di Strasburgo si sono divisi sul tema della
sicurezza nelle centrali del vecchio Continente. Il servizio di Gabriella Ceraso:
Da subito
i principali timori si sono concentrati sulla possibile rottura del precario equilibrio
faticosamente raggiunto alla centrale di Fukushima n.1, dove gli sforzi sulla messa
in sicurezza dei reattori vanno avanti tra numerosi ostacoli. Una perdita di acqua
radioattiva si è verificata tuttavia nella centrale di Onagawa, anche se le autorità
non hanno segnalato cambi nei livelli di radioattività. L’emergenza nucleare giapponese
intanto è arrivata in Europa, suscitando un vivace dibattito nell’ambito del parlamento
di Strasburgo, dove la spaccatura tra il fronte dei favorevoli al nucleare ed i contrari
si è acuita coinvolgendo gli stessi gruppi parlamentari, che sulla questione sono
apparsi estremamente frammentati. L’argomento al centro del dibattito di ieri riguardava
i controlli di sicurezza nelle 148 centrali già esistenti in Europa e una moratoria
sul rilancio del nucleare. Il disaccordo sulla durata delle moratoria, che in base
agli emendamenti votati sarebbe risultata a tempo indeterminato, ha portato infine
alla bocciatura dell’intero testo della risoluzione, con 300 voti contro, 264 a favore
e 61 astensioni.
Nuovo raid israeliano nella Striscia di Gaza Almeno
tre miliziani delle Brigate "Izzeddine al-Qassam", braccio armato di Hamas, sono rimasti
uccisi vicino a Khan Younis, nel settore meridionale della Striscia di Gaza, in seguito
a una nuova incursione aerea israeliana. Secondo diverse fonti, i raid compiuti dallo
Stato ebraico a Gaza hanno causato finora almeno otto morti ed oltre 40 feriti. Gli
attacchi sono stati sferrati dopo il lancio ieri, da parte di miliziani di Hamas,
di un missile che ha provocato il ferimento di due persone. L'alto rappresentante
per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Unione Europea, Catherine Ashton,
si è detta “profondamente preoccupata per l’escalation della violenza”. Ha anche esortato
Israele a “mostrare moderazione” nella risposta contro gli attacchi dei militanti
palestinesi.
Sventato attacco suicida in Giordania Le forze dell’ordine
hanno sventato un attacco suicida contro la sede del Fronte di Azione Islamica (Fai),
braccio politico dei Fratelli Musulmani giordani. Lo riferiscono fonti locali, secondo
le quali la polizia ha arrestato un uomo con indosso una cintura esplosiva che aveva
minacciato di farsi esplodere all’interno dell’edificio. Nessuno è rimasto ferito
e l’attentatore è stato consegnato alla giustizia.
Vittime nelle proteste
in Siria e Yemen Nello Yemen, continuano le manifestazioni di protesta per
chiedere le dimissioni del presidente, Ali Abdullah Saleh, che ha respinto l’offerta
di mediazione dei Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo. La proposta prevedeva
la consegna del potere ad un Consiglio tribale provvisorio, che successivamente avrebbe
dovuto nominare un governo di unità nazionale prima delle elezioni. A Taiz, nel sud
del Paese, la polizia ha sparato sui manifestanti uccidendone almeno due. Intanto,
in Siria, altro Stato scosso recentemente da proteste antigovernative, il presidente
Bashar al Assad ha concesso la naturalizzazione a circa 300 mila curdi che popolano
il nordest, chiudendo un contenzioso che durava da oltre 50 anni. L’opposizione ha
indetto una nuova giornata di mobilitazione in coincidenza con il venerdì di preghiera.
A Deraa, le forze dell'ordine hanno sparato sui dimostranti: almeno sette i morti.
Bahrein,
torna in edicola quotidiano dell’opposizione E’ tornato in edicola ‘Al Wasat’,
il maggiore quotidiano dell’opposizione in Bahrein, sospeso per aver pubblicato –
secondo le autorità – notizie “false” basate su fatti “mai accaduti”. Il nuovo direttore,
Obaidli Al Obaidli, sostituirà Mansur Al Jambri, che era alla guida del quotidiano
dalla sua fondazione nel 2003. Durante gli scontri di metà marzo, le tipografie di
Al Wasat erano state danneggiate da uomini armati che ne avevano bloccato la stampa.
I
Paesi del Golfo denunciano ingerenze iraniane Gli Stati membri del Consiglio
di cooperazione per gli astati arabi del Golfo – Arabia Saudita, Bahrein, Emirati
Arabi, Kuwait, Oman e Qatar – hanno denunciato “le ingerenze flagranti” dell’Iran
per destabilizzare la regione, “seminando tensione tra i cittadini di confessioni
diverse”. In particolare, i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo accusano
Teheran di dirigere una rete di spionaggio in Kuwait e di aver alimentato le proteste
in Bahrain, da parte di cittadini sciiti, contro la dinastia regnante sunnita degli
Al Khalifa.
Egitto, Mubarak sarà interrogato dalla procura La procura
generale interrogherà nei prossimi giorni il deposto presidente egiziano, Hosni Mubarak,
ed i suoi familiari nell’ambito dell’inchiesta sulle ricchezze accumulate dalla famiglia
nei trent’anni in cui è stato al potere. I magistrati hanno deciso di tenere gli interrogatori
nel palazzo presidenziale di Sharm el-Sheikh, accanto alla residenza dove vive attualmente
l’ex raìs.
Afghanistan, vittime civili per un ordigno rudimentale sulla
strada Cinque civili afghani sono morti nella provincia meridionale di Ghazni.
L'auto su cui viaggiavano è saltata su un ordigno rudimentale, collocato al lato della
strada. L'episodio è avvenuto ieri sera nel villaggio di Zargar. Almeno sette uomini,
fra cui sei membri delle Forze di sicurezza afghane e un civile, sono morti oggi a
causa di un attacco kamikaze in un Centro di addestramento della polizia a Kandahar,
nell'Afghanistan meridionale.
Iraq, incontro tra Gates e Barzani Il
segretario alla Difesa americano, Robert Gates, è arrivato oggi ad Erbil, nel nord
dell’Iraq, per incontrare il presidente della regione autonoma del Kurdistan, Massud
Barzani. Gates ieri ha espresso apprezzamento per i progressi "straordinari" raggiunti
in Iraq. Nel Paese, intanto, prosegue l’addestramento offerto dai Carabinieri italiani,
guidati dal maggiore Claudio Angelilli, alle reclute dell’esercito iracheno. L’obiettivo
è di proteggere i pozzi di petrolio, bersaglio di attacchi e attentati. Nei mesi scorsi,
sono stati piazzati diversi ordigni in una raffineria e alcune esplosioni hanno danneggiato
l’oleodotto tra Iraq e Turchia. Oggi, l’Iraq produce 2,2 milioni di barili di greggio
al giorno, e intende raddoppiare la produzione, oltre a costruire nuove infrastrutture
per esportare anche prodotti petroliferi raffinati.
L’Irlanda si aspetta
una riduzione del tasso dei finanziamenti L’Irlanda si aspetta che il Portogallo
ottenga un accordo sul costo del sostegno finanziario internazionale simile a quello
della Grecia. Il Portogallo ha deciso ieri di chiedere il sostegno finanziario internazionale
e, se verrà trovata un’intesa per un tasso più vantaggioso, aumenteranno anche le
probabilità che Dublino possa ottenere una riduzione del tasso sui finanziamenti.
Lo scorso mese, la Grecia ha ottenuto un taglio del costo del finanziamento internazionale
di un punto percentuale. La domanda di Dublino di ritoccare al ribasso il proprio
tasso è stata invece bloccata dalle richieste di Francia e Germania di un riallineamento
dell’aliquota fiscale di favore, che Dublino applica ai redditi d’impresa.
Stati
Uniti, ancora da trovare l’accordo per il bilancio 2011 Ancora poche ore negli
Stati Uniti per raggiungere l’accordo sul bilancio 2011. Democratici e repubblicani
discuteranno per tutta la giornata, allo scopo di evitare un nulla di fatto che provocherebbe
il blocco delle attività di numerose istituzioni legate al governo americano. Da Washington,
Francesca Baronio:
Oltre 800
mila impiegati pubblici senza stipendio, militari senza paga, parchi e zoo chiusi:
se l’accordo tra Casa Bianca ed opposizione sull’approvazione del bilancio dell’anno
in corso non dovesse arrivare entro la mezzanotte di oggi, il governo americano resterà
senza fondi. La differenza è di circa 6 miliardi di dollari di tagli, che i repubblicani
vorrebbero aggiungere ai 33 sui quali sembrava esserci un accordo. In realtà, al Congresso
si sta consumando uno scontro profondo per la spesa pubblica dei prossimi anni. Da
un lato, la proposta di Paul Ryan, giovane repubblicano a capo della Commissione Bilancio
della Camera, che strizza l’occhio ai “tea party”, chiedendo forti tagli alla spesa
pubblica. Dall’altro, la Casa Bianca che propone tagli, ma senza toccare la riforma
della sanità per la quale Obama si è personalmente speso. I colloqui fra il presidente
repubblicano della Camera, John Boehner, e quello democratico al Senato, Harry Reid,
sono andati avanti fino a tarda notte e Obama è sembrato più ottimista. Restano ancora
da sciogliere alcuni punti, come quello dalla riduzione sul fondo dell’aborto voluto
dai repubblicani. La sensazione è che la campagna elettorale sia ormai iniziativa.
Bisogna ora capire come il repubblicano Boehner deciderà di chiudere questa partita
e quanto l’ala oltranzista dei “tea party” peserà sulla prossime elezioni del 2012.
Kosovo,
eletta presidente una donna di 36 anni Il parlamento del Kosovo ha eletto Atifete
Jahjaga, una donna di 36 anni ex vice-capo della polizia, nuovo presidente del Kosovo.
Sulla base di un accordo sottoscritto tra le principali forze politiche del Paese,
Atifete Jahjaga rimarrà presidente per un anno, fino a quando il parlamento modificherà
la Costituzione per consentire l’elezione diretta del capo di Stato kosovaro. La scorsa
settimana, una sentenza della Corte costituzionale aveva invalidato la contestata
elezione a presidente di Behgjet Pacolli, avvenuta il 22 febbraio.
Kazakistan,
cerimonia di insediamento per Nazarbaiev La cerimonia d’insediamento del presidente
kazako, Nazarbaiev, svoltasi oggi, segna l’inizio di un nuovo mandato di cinque anni
alla guida del Paese. E’ stato confermato presidente con oltre il 95% delle preferenze.
Ma la maggioranza degli osservatori internazionali ha espresso dubbi sulla regolarità
delle operazioni di voto. (A cura di Amedeo Lomonaco e Gabriele Papini)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 98