Filippine. Chiesta mediazione della Chiesa nei negoziati tra governo e ribelli comunisti
I mediatori dei negoziati in corso a Oslo tra Governo filippino e ribelli comunisti
del Fronte Democratico Nazionale (NDF) hanno chiesto alla Chiesa di sostenere il processo
di pace avviato lo scorso febbraio dopo più di quattro decenni di conflitto.”La Chiesa
può spronare le due parti a continuare e a portare a termine le trattative”, ha dichiarato
Jurgette Honculada, membro della delegazione governativa. Secondo l’esponente del
governo, la Chiesa potrebbe dare un “valido contributo”, al processo di pacificazione
promuovendo incontri e consultazioni sul terreno su temi come i bambini-soldato, le
mine anti-uomo gli sfollati e l’uccisione degli indigeni e inserendo il tema della
pace nei corsi di formazione e aggiornamento per sacerdoti. Nei giorni scorsi , riferisce
l’agenzia Ucan, anche il vice-presidente della delegazione della NDF Fidel Agcaoili
aveva sottolineato il ruolo di garanzia della Chiesa nei negoziati, auspicando una
sua presenza attiva per favorirne l’esito positivo. La guerriglia tra esercito filippino
e i ribelli comunisti dura dal 1968. Essa ha provocato migliaia di morti e distrutto
l’economia nelle aree rurali delle regioni centrali del Paese. I villaggi controllati
dai ribelli sono più di un migliaio e sono concentrati soprattutto nelle province
di Marinduque, Bohol, Romblon, Lyte e Misamis, tutte situate nell’arcipelago di Visayas
(Filippine centrali). I colloqui fra governo e ribelli sono avvenuti a fasi alterne.
L’ultima trattativa si era arenata nel 2005. (L.Z.)