2011-04-08 12:26:53

Benedetto XVI sulla pietà popolare: grande patrimonio della Chiesa, da purificare, mai da escludere


La pietà popolare è un “grande patrimonio della Chiesa”, perché permette alle persone di esprimere in modo genuino la propria fede. Benedetto XVI ha ribadito un tema a lui caro nell’udienza concessa questa mattina in Vaticano ai partecipanti alla plenaria della Pontificia Commissione per l’America Latina. Il Papa ha tuttavia messo in guardia dalle possibili derive che possono contaminare le espressioni della religiosità popolare. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Gesti antichi, segni ripetuti e visti ripetere, di padre in figlio, di nonno in nipote, che scaldano l’anima al fuoco di tradizioni che parlano di Dio, della Madonna e dei Santi. Una ricchezza da “proteggere, promuovere e, se necessario purificare”, non ha esitato a definirla Benedetto XVI, tornando a riflettere su un argomento, la religiosità popolare, spesso presente nel suo magistero. Davanti agli esperti della Pontificia Commissione per l’America Latina – riuniti in questi giorni per discutere su quale “impatto” eserciti la pietà popolare nel processo di evangelizzazione del continente – il Papa ha ricordato ciò che affermò il documento finale della Conferenza di Aparecida del 2007. All’epoca, ha detto il Pontefice, i vescovi avevano presentato la pietà popolare come “luogo di incontro con Gesù Cristo e un modo di esprimere la fede della Chiesa”. E che pertanto, le manifestazioni che ne derivano non potevano e non possono essere considerate “come qualcosa di secondario della vita cristiana”:

“Todas ellas, bien encauzadas y debitamente…
Tutte queste, ben orientate e adeguatamente accompagnate, favoriscono un fruttuoso incontro con Dio, un intenso culto per il Santissimo Sacramento, una sentita devozione alla Vergine Maria, un crescente affetto per il Successore di Pietro e la consapevolezza di appartenere alla Chiesa. Che tutto questo possa servire per evangelizzare, comunicare la fede, portare i fedeli ai sacramenti, rinsaldare i vincoli di amicizia e dell’unità familiare e comunitaria e rafforzare la solidarietà e l'esercizio della carità”.

Nella pietà popolare, ha osservato Benedetto XVI, “esistono molte espressioni di fede legate alle grandi celebrazioni dell'anno liturgico, nelle quali la gente comune in America Latina riafferma il suo amore” per Cristo. Tuttavia, ha soggiunto, bisogna fare attenzione a due cose: alla fede che, nutrita dalla Bibbia e dalla preghiera, deve restare – ha riaffermato – “la principale fonte della pietà popolare, in modo che non sia ridotta a una semplice espressione culturale di una determinata regione”. E poi alla liturgia, la quale, ha ribadito…

“… deberá constituir el punto de referenzia…
dovrà costituire il punto di riferimento per ‘incanalare con lucidità e prudenza gli aneliti di preghiera e di vita carismatica’ che si riscontrano nella pietà popolare; dal canto suo la pietà popolare, con i suoi valori simbolici ed espressivi, potrà fornire alla Liturgia alcune coordinate per una valida inculturazione e stimoli per un efficace dinamismo creatore”.

Del resto, ha ammesso il Papa, i problemi esistono e “non si può negare” l’esistenza di “alcune forme deviate di religiosità popolare che, lungi dal favorire la partecipazione attiva nella Chiesa, creano confusione e possono favorire una pratica religiosa puramente esteriore e svincolata da una fede ben radicata e interiormente viva”. Qui, Benedetto XVI ha citato un passaggio della sua Lettera indirizzata lo scorso anno ai seminaristi:

“La pietad popular puede derivar hacia…
Certo, la pietà popolare tende all’irrazionalità, talvolta forse anche all’esteriorità. Eppure, escluderla è del tutto sbagliato. Attraverso di essa, la fede è entrata nel cuore degli uomini, è diventata parte dei loro sentimenti, delle loro abitudini, del loro comune sentire e vivere. Perciò la pietà popolare è un grande patrimonio della Chiesa (…) Certamente la pietà popolare dev’essere sempre purificata, riferita al centro, ma merita il nostro amore, ed essa rende noi stessi in modo pienamente reale ‘Popolo di Dio’”.







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