2011-04-06 14:10:48

I tagli mettono a rischio l'ospedale romano Santa Lucia, struttura di eccellenza nella riabilitazione neuromotoria


Pazienti, medici e studenti hanno preso parte, nei giorni scorsi, a diverse proteste contro i tagli previsti per l’ospedale romano Santa Lucia, fiore all'occhiello nell'ambito della riabilitazione neuromotoria. Nelle varie attività della Fondazione sono impegnati fisioterapisti, medici, infermieri e tecnici. Si passa da pazienti con ictus, trauma cranico e malattie come Parkinson e varie forme di demenze, ai bambini nati con gravi deficit neurologici e motori, fino ai casi di persone uscite da coma che cercano di riacquisire l'autosufficienza. Sulla situazione dell’ospedale Santa Lucia, Eliana Astorri ha intervistato il dottor Luigi Amadio, Direttore Generale del nosocomio:RealAudioMP3

R. – La Fondazione Santa Lucia è un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, e in quanto tale un ospedale di rilievo nazionale e di alta specializzazione per la riabilitazione neuromotoria. Svolge un’intensa attività di ricovero per la riabilitazione neuromotoria in senso lato, effettuando più di 2.000 ricoveri l’anno; poi, svolge anche un’attività di prestazioni specialistiche in poliambulatorio. Il Santa Lucia, tra i 43 istituti di ricovero e cura a carattere scientifico italiani è il sesto in assoluto come produttività scientifica, e il primo nel settore delle neuroscienze.

D. – Cosa è successo ultimamente, da mettere in criticità il proseguimento di questa attività?

R. – Da alcuni anni, le tariffe ospedaliere previste per la riabilitazione sono insufficienti e l’anno scorso il Consiglio di Stato le ha annullate, in quanto queste tariffe sono basate sulla rilevazione dei costi del 1994. Quindi, ci sono grossi problemi! Il personale e i malati hanno protestato perché in queste condizioni, con l’aggiunta dei recenti tagli, la situazione è diventata impossibile.

D. – Quindi, tagli vuol dire meno personale per assistere queste persone che hanno bisogno di terapie continuative…

R. – Certamente. Ma soprattutto, significa snaturare il Santa Lucia che è costruito come ospedale su autorizzazione della Regione Lazio per fare l’alta specialità. Nel momento in cui si toglie l’alta specialità, si riduce il personale e via dicendo, si riduce il castello che a quel punto viene a non avere più ragione di esistere! Noi svolgiamo un’attività molto qualificata da oltre 50 anni, siamo molto conosciuti sia in Italia sia all’estero per quello che facciamo; addirittura, un’associazione di scienziati italiani all’estero ci ha classificati tra le prime 50 istituzioni di ricerca italiane, dove siamo al 34.mo posto subito dopo l’Istituto superiore di sanità… (gf)







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