2011-04-06 15:25:03

Giappone: chiusa la falla al reattore 2 di Fukushima, restano altissimi i livelli di radioattività


In Giappone, alla centrale nucleare di Fukushima i tecnici della Tepco, la società che gestisce l’impianto, sono riusciti a chiudere la falla del reattore 2 dalla quale fuoriusciva in mare acqua radioattiva. Tuttavia, i livelli di contaminazione nella zona rimangono altissimi: almeno cinque milioni di volte superiori al limite legale. Per il punto della situazione, sentiamo Marco Guerra:RealAudioMP3

Dopo il fallimento di diversi tentativi, nella notte è stata finalmente chiusa con un mix di agenti chimici la falla al pozzo di scarico del reattore n.2 di Fukushima, che per diversi giorni ha provocato la fuoriuscita in mare di acqua radioattiva. Ora i tecnici della Tepco, il gestore della centrale nucleare di Fukushima, tenteranno di iniettare azoto nel reattore n.1, il più danneggiato tra i sei della struttura, per neutralizzare possibili esplosioni a causa dell'accumulo di idrogeno. Fino a ieri, però, si è continuato a scaricare volontariamente acqua a basso tasso di radioattività nel Pacifico, suscitando i timori e il disappunto dei Paesi vicini, in particolare della Corea del Sud, che hanno chiesto lumi sulla inusuale procedura della Tepco: essa aveva lo scopo di accelerare i lavori di messa in sicurezza con il riavvio degli impianti di raffreddamento. A questo punto, l'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare (Nisa) si è scusata con Seul, assicurando che Tokyo intende spiegar ''pienamente'' la situazione a tutti i Paesi interessati anche indirettamente dalla vicenda. Farsi perdonare dalle famiglie evacuate è invece l’obiettivo della Tepco, che verserà a titolo di indennizzo iniziale un milione di yen (circa 8.300 euro) a ogni nucleo sgomberato nei dintorni dell’impianto. La misura è rivolta a circa 80 mila persone costrette ad abbandonare le proprie case nel raggio di 20 km dalla centrale.

Yemen, crisi politica
Non si arrestano le proteste antigovernative nello Yemen. Un manifestante è stato ucciso e circa 30 sono rimasti feriti in uno scontro a fuoco con la polizia avvenuto ieri sera a Taez, a sud di Sanaa. Nella stessa località, questa mattina decine di migliaia di persone sono scese in piazza per dirigersi verso la sede del governo. Intanto, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, in un colloquio telefonico con il presidente dello Yemen, Ali Abdullah Saleh, ha espresso forte preoccupazione'' per la repressione delle rivolte. Gli Stati Uniti hanno rinnovato l’invito a Saleh, al potere da 32 anni, a risolvere l'impasse politico con l'opposizione avviando il processo di transizione “più velocemente possibile”.

Siria, proseguono proteste antigovernative
Anche in Siria proseguono le manifestazioni di protesta iniziate ormai da tre settimane. Ieri, due poliziotti sono stati uccisi nella periferia di Damasco. Intanto, le autorità siriane hanno rilasciato almeno otto attivisti dell'opposizione arrestati il mese scorso, fra cui due curdi che avevano preso parte a un sit-in indetto per protestare contro la condizione della comunità curda in Siria e reclamare più diritti. Le rivolte di queste ultime settimane sono al centro dei colloqui in programma oggi a Damasco tra il presidente siriano, Bashar al-Assad, e il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, il quale nei giorni scorsi ha assicurato di sostenere le richieste di maggiore democrazia avanzate dagli attivisti.

Egitto: boom di nuovi partiti in vista delle elezioni di settembre
Un clima di fervore e impegno caratterizza la scena politica egiziana: nell’ultima settimana numerosi movimenti e associazioni hanno annunciato la creazione di nuovi partiti politici che parteciperanno alle elezioni parlamentari di settembre. Sul fronte laico e liberale, l’attenzione è concentrata sul partito degli "Egiziani liberi" dell’imprenditore Naguib Sawiris, che ha precisato che non guiderà personalmente il movimento le cui parole d’ordine sono “giustizia sociale, rispetto della legge, libera economia e ricostruzione del paese”. Smentendo il timore che il partito rifletta i principi cristiani del fondatore, Sawiris ha precisato che esso non fa alcuna differenza tra musulmani e copti e che la maggior parte dei suoi iscritti sono musulmani. Il partito inoltre non metterà in discussione l’articolo 2 della Costituzione che stabilisce che l’Islam è religione di stato. In base alla nuova legge sui partiti, un movimento deve ottenere almeno cinquemila iscrizioni prima di poter presentare una domanda di riconoscimento.

Darfur: uomini armati uccidono funzionario dell’Unamid
Una milizia di uomini armati ha ucciso un funzionario dell'Unamid (missione africana delle Nazioni Unite) nella regione sudanese del Darfur: è accaduto a seguito di un agguato teso ad un convoglio delle Nazioni Unite. Nel corso dell'attacco – spiegano fonti Onu – c’è stato un conflitto tra gli attentatori e il convoglio, durante il quale uno dei ribelli è rimasto ucciso. I miliziani hanno poi sequestrato un veicolo dell'Unamid e rapito tre funzionari della missione delle Nazioni Unite. Due di loro sono stati successivamente rilasciati, ma il terzo è stato ritrovato morto nei pressi di Kutum, nel Nord Darfur.

Afghanistan, violenze
Almeno sette insorti sono morti nell’attacco all'aeroporto di Jalalabad, capoluogo della provincia orientale afghana di Nangahar. Fra le forze di sicurezza afghane non ci sono state perdite ne feriti. L'attacco è stato rivendicato da Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani, che ha ammesso la perdita di tre uomini, anche se ha assicurato che lo scontro ha causato ''pesanti perdite'' alle forze straniere.

Pakistan: esplode un ordigno, muoiono 4 bambini
Ancora violenza in Pakistan. Un ordigno esplosivo ha ucciso quattro bambini tra i 7 e i 9 anni, e ha ferito altre tre persone: è accaduto alla periferia di Kohat, nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa. Inoltre, nel sudovest del Paese, miliziani a bordo di motociclette hanno attaccato due autocisterne piene di carburante destinato alle truppe della Nato in Afghanistan. Gran parte delle forniture per il contingente multinazionale che opera oltre frontiera passa proprio dal Pakistan, anche se i continui attacchi stanno inducendo i governi coinvolti a seguire percorsi alternativi, soprattutto attraverso le Repubbliche ex sovietiche dall'Asia centrale. La provincia meridionale del Pakistan non è peraltro esente da rischi, piagata com’è dalle lotte fra estremisti sciti e sunniti e dalla sollevazione dei ribelli in cerca di autonomia politica ed economica.

Ecuador: governo espelle ambasciatore statunitense
Il governo del presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, ha dichiarato “persona non gradita” l’ambasciatrice statunitense, Heather Hodges, esortandola a lasciare il paese “nel minor tempo possibile”. Il provvedimento è stato preso in seguito alla diffusione di alcuni cablo di "Wikileaks" in cui l’ambasciatrice Hodges invia a Washington rapporti in cui si avanza il sospetto che il presidente Correa fosse a conoscenza di casi di corruzione nei vertici della polizia ecuadoriana. La Casa Bianca, si legge in una nota, “esaminerà le sue opzioni per rispondere a questa misura”. L’Ecuador diventa così il terzo Paese latinoamericano ad aver espulso l’ambasciatore statunitense. La Bolivia lo fece alla fine del 2008 e per il Venezuela l’incarico è vacante dal luglio 2010, quando Caracas ha bocciato il candidato proposto da Washington.

Ciad: opposizione boicotta prossime elezioni presidenziali
I candidati alle prossime elezioni presidenziali del Ciad, previste per il 25 aprile, hanno inaugurato la campagna elettorale promettendo un’era di cambiamento e sviluppo per il Paese. Tre leader di opposizione hanno lanciato un appello invitando gli elettori a disertare le urne in quanto “da esse non uscirà l’alternativa e il cambiamento”. Ad alimentare critiche e perplessità, nei confronti del processo elettorale nel Paese, sono i risultati delle ultime elezioni legislative di febbraio, vinte dal "Movimento patriottico di salvezza" (Mps), più forte politicamente rispetto ai concorrenti e dotato di ingenti risorse. Anche le precedenti elezioni presidenziali, nel 2006, erano state boicottate dall’opposizione.

Uganda
La gestione delle acque del Nilo è il tema centrale della visita di una delegazione di politici egiziani, giunta in Uganda per incontrare il presidente, Yoweri Museveni. Un trattato firmato a febbraio da sei Paesi africani mette in discussione la tradizionale egemonia de Il Cairo nell’utilizzo delle acque del fiume.

Zimbabwe
L’alto livello di spese correnti, legate soprattutto al pagamento degli stipendi dei dipendenti pubblici, rischia di compromettere programmi sociali e investimenti nelle infrastrutture: lo hanno sostenuto gli esperti del Fondo monetario internazionale (Fmi), dopo alcuni incontri con i dirigenti politici di Harare. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Gabriele Papini)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 96







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