“It begins with us”. Obama lancia via internet la sua candidatura per le presidenziali
americane del 2012
E’ ufficiale: il presidente statunitense Barack Obama si ricandida per un secondo
mandato alle elezioni del 2012. La notizia è stata resa nota ieri via sms, con un
video web ed una e-mail ai supporter del capo della Casa Bianca. Il fronte repubblicano
invece non ha ancora designato il proprio rappresentante. “It begins with us” - “Tutto
comincia da noi” è il titolo del video di poco più di 2 minuti pubblicato sul sito
barackobama.com. Da New York, Elena Molinari:
Sulla ricandidatura
di Obama, ascoltiamo Dennis Redmont, incaricato della comunicazione del Consiglio
Italia-Stati Uniti e già direttore dell'Associated Press, intervistato da Giada Aquilino:
R.
– Nel mondo dell’informazione attuale chi fa prima monopolizza l’agenda. Perciò Obama
- anche se è molto presto e anche se i soldi necessari sono tanti - ha scelto l’inizio
della primavera per lanciare la sua candidatura, ma non personalmente, bensì facendola
lanciare ai suoi sostenitori. Tutto ciò poi farà da traino alla sua entrata formale
in campo.
D. - E’ un momento in cui l’economia ricomincia a dare timidi segnali
di ripresa e la disoccupazione è scesa, con 216 mila posti di lavoro in più…
R.
– Il momento è proficuo, anche se non si sa quanto duri questo nuovo leggero picco
nell’economia: è possibile che si alzi un po’ verso l’estate ma subito dopo ci siano
nuovi problemi. Ad ogni modo la strada fino al 2012 è lunga e per convincere le persone
che, grazie ad Obama e incentivi del governo hanno avuto un nuovo impiego, è un momento
molto propizio.
D. – Una campagna elettorale che si affida ancora una volta
ai social network e si annuncia con il più alto budget di sempre: l’obiettivo è un
miliardo di dollari?
R. – Ci sono regole molto ferree sulle campagne elettorali
e sui fondi che si possono utilizzare: dalle aziende che pagano i repubblicani e i
democratici o dai singoli individui. Ma poi la Suprema Corte ha lasciato un po’ più
di spazio per questa flessibilità di contributi, perciò ci saranno molti soldi da
spendere.
D. – “It begins with us”, dice lo slogan del video di Obama. Il quartier
generale è a Chicago. Quindi è la prima campagna elettorale che un presidente in carica
non conduce da Washington ma dal suo collegio?
R. – Chicago non è solo il suo
collegio, ma è il collegio dove c’è un sindaco che è suo amico, è l’ex capo di gabinetto,
Rahm Emanuel ed è appena stato eletto. In secondo luogo, si tratta certamente di una
zona che Obama vuole coltivare come democratica. Non è una campagna Washington-centrica
perché Obama sa che è nell'America profonda - soprattutto quella del Midwest, dove
ci sono stati problemi con l’economia, come ad esempio per le aziende automobilistiche
di Detroit, non lontano da Chicago - che ci si può giocare le elezioni.
D.
– Obama si ricandida, dunque. Ma intanto, il fronte repubblicano è ancora in cerca
di un candidato forte. Perché manca l’intesa?
R. – La risposta a questo è:
“Who dares take him on?”, cioè: chi se la sente di lanciare la sfida a Obama? In ordine
sparso, in questo momento sono pochi a poter aspirare: c’è l’ex governatore e uomo
d’affari Mitt Romney; c’è l’ex governatore Tim Pawlenty; c’è il governatore dell’Indiana
Mitch Daniels; c’è Sarah Palin, ex governatrice dell’Alaska che è stata candidata
alla vice presidenza; c’è Mike Huckabee, anche lui ex governatore; e c’è pure Newt
Gringrich, l’ex speaker, cioè l’ex leader della minoranza che si era confrontato con
Clinton ed aveva realizzato il Manifesto per l’America, il cosiddetto “contract with
America”: è possibile che lui provi un ritorno in campo, ma le sue chances sono molto
basse.
D. – Che possibilità ci sono per Obama, allora?
R. – In questo
momento sono buone, ma sono sempre stati i fattori esterni che hanno condizionato
i risultati. Che siano l’Iran, l’Iraq, l’Afghanistan, ora la Libia, tutti questi fattori
esterni come anche l’economia internazionale rappresentano una grande incognita fino
a novembre 2012. (bf)