La Comunità di Sant'Egidio ricorda Shahbaz Bhatti, martire della libertà religiosa
Con una conferenza e un momento di preghiera, la Comunità di sant’Egidio ha commemorato,
a Roma, Shahbaz Bhatti, il ministro pakistano per le minoranze, ucciso a Islamabad
il 2 marzo scorso. Alla conferenza, ha preso parte anche Paul Bhatti, fratello del
ministro e attuale rappresentante governativo per le minoranze religiose. A seguire
per noi l’evento, c’era Francesca Sabatinelli:
“La nostra
famiglia ha perdonato l’assassinio di nostro fratello Shahbaz, perché questo ci insegna
la fede. Resta però la ricerca della verità, perché questo non accada più”. Paul Bhatti,
fratello di Shahbaz, ministro per le minoranze religiose in Pakistan, ucciso un mese
fa, parla alla Comunità di Sant’Egidio, per ricordare la figura di quest’uomo che
a dispetto delle minacce – ricorda Paul – è sempre andato avanti per la sua strada,
insegnandoci che la dignità di un uomo non ha prezzo.
“Nella sua vita
ha condotto molte battaglie”, ha ricordato Paul: “contro l’instaurazione della sharia,
a favore del sostegno ai poveri … il suo obiettivo era il dialogo con tutti i credenti.
Non ha mai negoziato la sua fede, la sua lotta contro le ingiustizie sociali. Chi
lo ha ucciso – ha concluso Paul Bhatti – non ha spento la sua luce perché noi condurremo
la sua lotta con forza e determinazione”.
Con Paul Bhatti a ricordare
Shahbaz, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, il ministro
degli esteri italiano, Franco Frattini, l’imam della moschea di Lahore e il vescovo
di Faisalabad, mons. Joseph Coutts. Tutti hanno parlato di Bhatti come di un uomo
e ministro coraggioso, ucciso per difendere la libertà di tutte le minoranze. “E’
stato un uomo martire – ha detto Riccardi – un martire che non toglie la vita, ma
che la dà per gli altri, per amore cristiano. Perché era un cristiano compassionevole
e libero”. E ancora: “Bhatti, uomo di dialogo che ad un’indomita speranza legava la
sicurezza del vero politico. Per lui era chiaro come si dovesse impedire l’uso strumentale
della legge sulla blasfemia. Bhatti – ha aggiunto Riccardi – era un cristiano audace
in un tempo di cristiani grigi”. “Bhatti – ha concluso il vescovo Coutts – era il
ministro di tutte le minoranze, era uomo di grande visione. Shahbaz – ha quindi concluso
mons. Coutts – come Ghandi, Romero e Martin Luther King”. (gf)