Appello dell'Unicef per i bambini della Costa d'Avorio
L’impossibilità di andare a scuola, la minaccia della malnutrizione e il costante
rischio di essere reclutati dalle forze armate di tutte le parti del conflitto: sono
queste le drammatiche conseguenze delle violenze in corso in Costa d’Avorio sui bambini,
tema caro all’Unicef e sul quale il direttore generale dell’agenzia delle Nazioni
Unite per l’infanzia, Anthony Lake, lancia l’allarme. Secondo l’organizzazione, infatti,
nel Nord del Paese un milione e mezzo di persone sono prive dei servizi di base, come
l’acqua o l’energia, 800mila bambini non vanno a scuola da mesi e tra loro è in aumento
il numero dei casi di malnutrizione. Nella parte occidentale, l’Unicef è riuscito
a portare aiuti di prima necessità alla popolazione, ma non riesce a raggiungere la
capitale Abidjan, dove si stima ci sia circa un milione di sfollati in emergenza e
sotto il costante rischio che scoppino epidemie. Fino ad ora l’Unicef ha proceduto
a somministrare vaccini, a lavorare per il riallacciamento dei servizi idrici e in
favore di programmi per il recupero scolastico, a distribuire kit per la scuola, per
l’igiene e per la potabilizzazione dell’acqua e ha lanciato una raccolta fondi con
l’obiettivo di raggiungere 32 milioni di dollari. Per ora ne sono stati raccolti appena
5,3. (R.B.)