2011-04-04 14:47:59

Obama si ricandida alle presidenziali del 2012: l'annuncio attraverso i social network


Il presidente statunitense Barack Obama si ricandida per un secondo mandato alle elezioni del 2012. La notizia è stata resa nota via sms, con un video web ed una e-mail ai supporter del capo della Casa Bianca. “It begins with us” - “Tutto comincia da noi”, è il titolo del video di poco più di 2 minuti pubblicato sul sito barackobama.com. A parlare sono i sostenitori democratici da Colorado, Nevada, North Carolina, New York, Michigan. Sulla ricandidatura di Obama, ascoltiamo Dennis Redmont, incaricato della comunicazione del Consiglio Italia-Stati Uniti e già direttore dell'Associated Press, intervistato da Giada Aquilino:RealAudioMP3

R. – Nel mondo dell’informazione attuale chi fa prima monopolizza l’agenda. Perciò Obama - anche se è molto presto e anche se i soldi necessari sono tanti - ha scelto l’inizio della primavera per lanciare la sua candidatura, ma non personalmente, bensì facendola lanciare ai suoi sostenitori. Tutto ciò poi farà da traino alla sua entrata formale in campo.

D. - E’ un momento in cui l’economia ricomincia a dare timidi segnali di ripresa e la disoccupazione è scesa, con 216 mila posti di lavoro in più…

R. – Il momento è proficuo, anche se non si sa quanto duri questo nuovo leggero picco nell’economia: è possibile che si alzi un po’ verso l’estate ma subito dopo ci siano nuovi problemi. Ad ogni modo la strada fino al 2012 è lunga e per convincere le persone che, grazie ad Obama e incentivi del governo hanno avuto un nuovo impiego, è un momento molto propizio.

D. – Una campagna elettorale che si affida ancora una volta ai social network e si annuncia con il più alto budget di sempre: l’obiettivo è un miliardo di dollari?

R. – Ci sono regole molto ferree sulle campagne elettorali e sui fondi che si possono utilizzare: dalle aziende che pagano i repubblicani e i democratici o dai singoli individui. Ma poi la Suprema Corte ha lasciato un po’ più di spazio per questa flessibilità di contributi, perciò ci saranno molti soldi da spendere.

D. – “It begins with us”, dice lo slogan del video di Obama. Il quartier generale è a Chicago. Quindi è la prima campagna elettorale che un presidente in carica non conduce da Washington ma dal suo collegio?

R. – Chicago non è solo il suo collegio, ma è il collegio dove c’è un sindaco che è suo amico, è l’ex capo di gabinetto, Rahm Emanuel ed è appena stato eletto. In secondo luogo, si tratta certamente di una zona che Obama vuole coltivare come democratica. Non è una campagna Washington-centrica perché Obama sa che è nell'America profonda - soprattutto quella del Midwest, dove ci sono stati problemi con l’economia, come ad esempio per le aziende automobilistiche di Detroit, non lontano da Chicago - che ci si può giocare le elezioni.

D. – Obama si ricandida, dunque. Ma intanto, il fronte repubblicano è ancora in cerca di un candidato forte. Perché manca l’intesa?

R. – La risposta a questo è: “Who dares take him on?”, cioè: chi se la sente di lanciare la sfida a Obama? In ordine sparso, in questo momento sono pochi a poter aspirare: c’è l’ex governatore e uomo d’affari Mitt Romney; c’è l’ex governatore Tim Pawlenty; c’è il governatore dell’Indiana Mitch Daniels; c’è Sarah Palin, ex governatrice dell’Alaska che è stata candidata alla vice presidenza; c’è Mike Huckabee, anche lui ex governatore; e c’è pure Newt Gringrich, l’ex speaker, cioè l’ex leader della minoranza che si era confrontato con Clinton ed aveva realizzato il Manifesto per l’America, il cosiddetto “contract with America”: è possibile che lui provi un ritorno in campo, ma le sue chances sono molto basse.

D. – Che possibilità ci sono per Obama, allora?

R. – In questo momento sono buone, ma sono sempre stati i fattori esterni che hanno condizionato i risultati. Che siano l’Iran, l’Iraq, l’Afghanistan, ora la Libia, tutti questi fattori esterni come anche l’economia internazionale rappresentano una grande incognita fino a novembre 2012. (bf)

Yemen, 15 morti a Taiz durante scontri tra manifestanti e forze di polizia
Nuovi scontri nello Yemen: a Taiz, a sud della capitale, la polizia ha aperto il fuoco sui manifestanti antigovernativi. Secondo fonti locali, sono morte almeno 15 persone. Decine di migliaia di manifestanti stavano marciando verso la sede del governatorato quando i militari hanno cominciato a sparare da più parti. La polizia ha inoltre disperso con cariche e lanci di lacrimogeni un corteo di manifestanti diretto verso il palazzo presidenziale nella città di Hudaida. Fonti mediche hanno riferito che 409 persone sono rimaste ferite.

Bangladesh, sciopero generale per chiedere l'introduzione della sharia
Almeno 100 persone sono state arrestate oggi durante uno sciopero generale indetto da un gruppo islamico fondamentalista che chiede l’introduzione nel Paese della legge islamica. Lo sciopero è stato indetto l'8 marzo, all’indomani dell'approvazione da parte del Parlamento di un pacchetto di leggi a sostegno della parità tra i sessi. Il provvedimento era stato definito “anti-islamico”.

Kazakistan, Nazarbayev vince le elezioni con il 95% dei voti
In Kazakistan è stato rieletto presidente con il 95% dei voti Nursulan Nazarbayev. E’ quanto emerge dai primi sondaggi sulle presidenziali, tenutesi ieri. Alle elezioni ha partecipato circa il 90% degli oltre 9 milioni aventi diritto, con un aumento del 76% rispetto alle precedenti consultazioni. Dopo aver votato, il presidente Nazarbayev ha affermato che “il benessere viene prima della democrazia”. Il servizio è di Gabriele Papini:RealAudioMP3

La scadenza dell’attuale mandato era prevista per il 2012, ma il presidente ha indetto elezioni anticipate per dissolvere dubbi di incostituzionalità sul voto. Analisti internazionali sottolineano che la percentuale registrata testimonia la debolezza delle opposizioni, che non riescono a proporre un candidato capace di contrastare il potere di Nazarbayev. Dal canto suo, il capo di Stato ha sottolineato che “l’obiettivo di modernizzare lo Stato e la società è ancora enorme”. Gli investitori esteri, intanto, salutano con favore la riconferma di Nazarbayev, quale garanzia di continuità dell’attuale politica economica. La rielezione conferma il progetto dell’attuale presidente, in carica dall’indipendenza dall’Unione Sovietica nel 1991, di restare al potere: con una modifica alla Costituzione attuata nel 2007, Nazarbayev ha eliminato il limite di mandato, assicurandosi una rielezione a vita. L’opposizione sostiene di non aver avuto tempo sufficiente per preparare le elezioni, decise meno di due mesi fa dal capo dello Stato. “Queste elezioni dimostrano che purtroppo le istituzioni democratiche in Kazakistan non sono sviluppate ancora come quelle economiche”, ha detto in una conferenza stampa il capo della missione dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce), Daan Everts. “Resta ancora molto da fare – ha concluso - dal punto di viste delle riforme democratiche”.

Epidemia di dengue in Paraguay
Sono salite a 20 le vittime dell’epidemia di febbre ‘dengue’ scoppiata all’inizio dell’anno con 17.467 casi sospetti. Si tratta dell’epidemia più grave degli ultimi 4 anni, secondo il ministero della Sanità.

Ecuador, stato di emergenza in 24 province
E’ stato dichiarato lo stato di emergenza in sei delle 24 province del Paese a causa della siccità che sta duramente colpendo il settore agricolo: nelle regioni di Los Ríos, Manabí, Santa Elena, Guayas e El Oro, e in quella andina di Loja, al confine col Perù, 180 mila ettari di coltivazioni di riso e mais sono già andati perduti e altri 210 mila risultano parzialmente pregiudicati. Il governo ha stanziato 46 milioni di dollari per fare fronte all’emergenza.

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Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 94







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