India: la comunità cristiana chiede la revoca dell’espulsione di padre Jim Borst
Alcune organizzazioni cristiane in India, guidate dalla ong “Catholic Secular Forum”
(Csf), si sono mobilitate in difesa di padre Jim Borst, un missionario olandese che
alcuni giorni fa ha ricevuto l’ordine di lasciare l’India entro il 7 aprile. Come
riferito all’agenzia Fides, i cristiani indiani hanno chiesto alle autorità civili,
nel Kashmir e a livello federale, di bloccare l’espulsione del sacerdote. La ong Csf
nota che solo tre mesi fa il governo del Kashmir aveva comunicato al missionario che
il suo visto di residenza era stato esteso fino al 2014. Dal 1997 padre Borst dirige
due scuole in Kashmir, intitolate entrambe al “Buon Pastore”. In queste scuole, il
personale e gli allievi sono in maggioranza musulmani, e apprezzano molto l’operato
di padre Borst. E’ stato formato in una scuola gestita dal missionario anche Omar
Abdullah, attuale Primo Ministro in Kashmir. A lui le organizzazioni cristiane si
sono rivolte con una lettera per scongiurare l’espulsione del missionario. “Nelle
scuole di padre Borst - si legge nel testo - hanno potuto ricevere istruzione i ragazzi
di molte famiglie povere, che diversamente sarebbero rimasti analfabeti, e tale opera
sociale è da elogiare”. La lettera esprime anche il timore che si voglia creare uno
Stato islamico in Kashmir, riducendo gli spazi della presenza cristiana. Per questo
i cristiani chiedono la revoca dell’ordinanza, che costituisce “una flagrante violazione
dei diritti umani e della libertà religiosa”. (G.P.)