2011-04-03 14:23:33

Domani, elezioni politiche in Nigeria: test cruciale per l’intera Africa sub-sahariana


Appuntamento con le urne, domani, in Nigeria per le elezioni politiche che aprono una settimana di consultazioni che culmineranno nelle presidenziali di sabato prossimo. Si tratta di un test cruciale per il Paese, dove in passato l’appuntamento con il voto è stato accompagnato da denunce di brogli e violenze. Uomini armati, probabilmente appartenenti ad un gruppo estremista islamico, hanno assaltato un commissariato nel nord del Paese. Sulle elezioni in Nigeria ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco il direttore del mensile delle Pontificie Opere Missionarie “Popoli e Missione”, padre Giulio Albanese:RealAudioMP3

R. – Sicuramente queste elezioni possono segnare la svolta, non fosse altro perché c’è tanta gente di buona volontà, soprattutto nel contesto della società civile, che vuole imprimere un cambiamento. In questi ultimi due, tre anni c’è stata una situazione di stallo. Sta di fatto che è importante ricreare la coesione nazionale. Il tessuto sociale ha bisogno, in una maniera o nell’altra, di essere ricomposto.

D. – Con 150 milioni di abitanti ed ingenti risorse naturali, la Nigeria avrebbe tutti i requisiti per beneficiare di un’economia prospera e ridurre la povertà. Quali sono gli attuali freni allo sviluppo della Nigeria?

R. – Non dimentichiamolo: questo è un Paese che galleggia sul denaro, che potrebbe essere un vero e proprio “Eldorado”, ma dove l’un per cento della popolazione – le cosiddette classi dirigenti – detiene il 75 per cento della ricchezza nazionale. Il dramma della Nigeria è proprio questo: ha delle grandissime potenzialità ma gli appetiti stranieri, paradossalmente, rappresentano un fattore altamente destabilizzante. Non dimentichiamo poi un’altra questione: la corruzione. La logica, molte volte, è clientelare e questo, naturalmente, penalizza soprattutto i ceti meno abbienti, che rappresentano la stragrande maggioranza della popolazione.

D. – Alla Nigeria, primo produttore di petrolio in Africa, sono affidate in parte anche le chiavi del motore del continente africano, lacerato oggi dagli scontri in Libia e dalla crisi ivoriana...

R. – Il gigante nigeriano riveste un ruolo geo-strategico nel contesto più generale dell’Africa sub-sahariana. Il fatto che vi sia un governo forte ad Abuja è perciò importantissimo, non solo per le sorti e per il futuro di questa nazione ma anche – e soprattutto – per l’Africa subsahariana. Ad esempio, il fatto che in questi giorni si è riaperta, in maniera drammatica, la crisi ivoriana e che la Nigeria, da questo punto di vista, sia in una fase di transizione, in attesa di un prossimo presidente, certamente non ha giovato alle trattative negoziali tra Laurent Gbagbo, il presidente uscente ivoriano, e quello internazionalmente riconosciuto, Alassane Ouattara. C’è un’altra considerazione, a mio avviso, da fare: molte volte, quando si parla della Nigeria, si parla di questa nazione come se fosse una Repubblica islamica. Non dimentichiamo che è invece uno Stato federale. E’ vero che gli Stati del Nord hanno una tradizione fortemente islamica mentre quelli del Sud una tradizione animista e cristiana, però comunque lo Stato, in Nigeria, ha una sua laicità. Laicità che è sancita dalla Legge suprema dello Stato, dal dettato costituzionale. Questo cosa significa? Significa che anche i Paesi occidentali e le grandi potenze devono cercare, da questo punto di vista, di garantire l’equilibrio all’interno della nazione e di non rappresentare quella zizzania, quella gramigna che in questi anni molte volte ha invece sortito l’effetto opposto. (vv)







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