Pakistan: Lettera pastorale di conforto dei vescovi dopo gli attacchi alle chiese
I cristiani in Pakistan vivono la Quaresima “con fede, nella preghiera, nella condivisione
e nella carità, cercando di preparare la Pasqua nel miglior modo possibile, a livello
spirituale, liturgico, pastorale”. Gli attacchi alle chiese dei giorni scorsi “non
ci spaventano, la nostra missione continua”: è quanto dice all’agenzia Fides padre
Mario Rodrigues, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie, notando che,
dopo i recenti episodi di intolleranza contro i cristiani, la tensione sembra diminuire.
La comunità cattolica sarà fortemente incoraggiata e consolata e troverà nuova forza
e nuova speranza, nota padre Mario, dalla Lettera pastorale dei vescovi pakistani
che sarà letta domani, 3 aprile, in tutte le chiese cattoliche della nazione. La Lettera,
firmata da mons. Joseph Coutts, vescovo di Faisalabad, neo eletto presidente della
Conferenza episcopale del Pakistan, è stata titolata “Non temere, piccolo gregge”,
citando il Vangelo di Luca (12,32). Nel testo della Lettera, inviato all’agenzia Fides,
i vescovi dicono di voler “risvegliare il coraggio e una forte fede in Gesù Cristo”,
riconoscendo, in quanto Pastori, che la situazione presente ha causato fra i fedeli
“sentimenti di paura, incertezza e insicurezza”. La Lettera ricorda l’assassinio del
ministro Shahbaz Bhatti, l’uccisione di due cristiani a Hyderabad e altri recenti
episodi di intolleranza. In questa situazione, che ha creato ansietà e disagio, i
Vescovi affermano: “Vi ricordiamo di ascoltare la voce di Nostro Signore Gesù Cristo
che dice: abbiate coraggio…non abbiate paura”. Alla luce degli insegnamenti del Magistero
della Chiesa, i Presuli esortano poi i fedeli a “immettere nelle famiglie i valori
spirituali del digiuno, della preghiera e dell’elemosina”, dicendo: “Aiutati dalla
grazia dello Spirito Santo, riportiamo la fermezza della fede nella nostra vita di
ogni giorno”, anche di fronte alle tribolazioni. E, pensando all’imminente festa della
Pasqua, “celebreremo insieme con la Chiesa universale la grande festa della Resurrezione
del Nostro Signore Gesù Cristo”, che “ci aiuta ad uscire fuori dalle tenebre, dalla
paura e dalla disperazione” e dà la forza per “una coraggiosa testimonianza cristiana”.
Per questo, rimarca la Lettera, è tempo di “rafforzare il discepolato”, ricordando
le difficoltà e le persecuzioni delle prime comunità cristiane. Come i primi apostoli,
che ebbero il dono dello Spirito Santo, “anche noi con coraggio e pienezza di fede
dobbiamo costruire la cultura della pace, dell’amore e della tolleranza, affinché
la luce e la guarigione della Buona Novella possa raggiungere ogni essere umano, possa
favorire le relazioni reciproche, la comprensione e il rispetto fra i popoli di diverse
religioni, invece dell’odio e del fondamentalismo”. La Lettera si conclude con un
invito alla preghiera per l’unità dei cristiani, al fine di poter diffondere la luce
e la forza del Vangelo in Pakistan. (R.P.)